Giuseppe Mezzanotte (Chieti, 1855-1935), amico di Francesco paolo Michetti e inizialmente attratto dalla pittura, nel 1874 si trasferì a Napoli per seguire i corsi di giurisprudenza, e grazie a Federico Verdinois fu introdotto in uno dei giornali più importanti dell’epoca, il
Corriere del Mattino, diretto da Martino Cafiero, dove conobbe giovani artisti quali Salvatore di Giacomo, Matilde Serao, Ferdinando Russo, Roberto Bracco, Amilcare Lauria, Nicola Misasi ed Edoardo Scarfoglio. Autore di numerosi racconti e romanzi, il suo nome è legato soprattutto a
La tragedia di Senarica (1887), la sua opera più famosa e rappresentativa.
Nella Senarica (nome sotto cui nascose la sua Chieti) di fine Ottocento muore il benestante Pellegrino Pinti, il quale, senza figli, crea erede il fratello Clementino (ai suoi tempi borbonico), lasciando all’altro fratello, il mazziniano Andrea, solo una piccola rendita. Tale decisione provoca il risentimento del figlio di Andrea, ’Nania (Anania), che si sente defraudato e rinfaccia allo zio Clementino di non voler aiutare la famiglia del fratello, impoveritasi a causa delle persecuzioni borboniche di trent’anni prima.