mercoledì 17 agosto 2022

Chiarificazioni su tre simboli russi


Nella parte orientale del continente europeo le ostilità non si sono ancora placate, non siamo in ritardo quindi per un articolo chiarificatore su alcuni emblemi del conflitto russo-ucraino entrati nella nostra quotidianità. È notizia di fine maggio che il ministero dell’istruzione e della scienza russo progetti di introdurre un corso di studi storici obbligatorio di 144 ore in tutte le facoltà universitarie, ma in Italia le cose vanno al contrario: a scuola si penalizza l’insegnamento di questa materia, molti cittadini non conoscono neppure il significato dei loro stemmi municipali e parecchie persone acquistano abiti a caso senza curarsi delle insegne che poi vanno a indossare. La lotta tra la grande madre Russia e il cosiddetto “Occidente” liberale, ossessione dei guitti e dei saltimbanchi televisivi italici, pare la lotta degli uomini che conoscono la storia contro gli uomini a-storici.

martedì 9 agosto 2022

Petitto, Evola e l’aristocrazia nel Cattolicesimo


 Recentemente sul portale Historia Regni chi scrive ha pubblicato un articolo dedicato al Conte Renato Remo Petitto (1890-1978), carlista nativo di Frascati. Nel testo è sintetizzata anche la critica esposta da Julius Evola verso il contenuto del suo libro Aristocrazia custode (Gatti, Brescia 1931), tuttavia alcune questioni meritano di essere messe a fuoco maggiormente e da questa necessità è nato il presente scritto, che si spera possa arricchire il nostro “diario” dottrinale.

Il saggio di Evola su Petitto fu pubblicato in La Vita Italiana, nello stesso anno in cui fu stampato il volume – che fu poco gradito dal Barone romano. In questa sorta di lunga recensione, Petitto è accusato di voler scendere a patti con la modernità: secondo Evola egli «vive della nostalgia per una imagine tratta dalla società di ieri senza rendersi conto che questa stessa imagine già costituisce un compromesso e una deviazione limitatrice rispetto ai puri principi», «Oggi come mai è necessario tenersi intransigentemente sulle linee di vetta: creare distanze invalicabili fra valori e valori» (cfr. RigenerAzione Evola)... o meglio (come vedremo) tra uomini e uomini

domenica 7 agosto 2022

Nuovo saggio sul Carlismo: interessanti i documenti, deludente l'analisi

È da poco uscito Controrivoluzione in Spagna. I carlisti nell’assemblea costituente (1869-1871) di Carlo Verri. L’opera si fonda soprattutto sullo studio di documenti d’archivio e il prefatore Pedro Rújula ne riconosce il valore, presentandola come una storia dei vinti che serve per capire i vincitori. È già un passo avanti rispetto a certa storiografia italiana che talvolta è andata a creare quello che si può definire “un risorgimento senza nemici”, ossia una percezione sfalsata secondo la quale i rivoluzionari sarebbero riusciti ad avanzare quasi senza alcun ostacolo ideologico o politico, rallentati solo dalle guarnigioni austriache di stanza nella Penisola.

Rújula aggiunge che: «Il presente libro ci offre la possibilità di rilevare gli sforzi di trasformazione delle basi politiche e dei fondamenti ideologici, compiuti da un gruppo che, per definizione, nel suo tradizionalismo, avrebbe dovuto rimanere immobile e legato al passato», segno che egli non ha compreso la concezione carlista della tradizione in cui non esiste progresso senza conservazione né conservazione senza progresso. I carlisti sono considerabili antimoderni (e antiprogressisti) in senso compagnoniano, rifiutano cioè una determinata idea di modernità, ma non sono ancorati a epoche che si sono concluse (e che soprattutto sono terminate per ragioni che vanno comprese).