venerdì 4 ottobre 2024

Il Portastendardo di Civitella n. 40 (ottobre 2024)

Le famiglie politiche: il socialismo 


Il socialismo, come movimento teoricamente definito e organizzato nella prassi ai fini di un rinnovamento delle strutture economico-sociali, appartiene all’età moderna. Ma le sue radici affondano nell’antichità classica. Successivamente, esso si manifestò attraverso i movimenti ereticali del medioevo e della “Riforma”, i programmi utopistici del Rinascimento, fino ai tentativi attuati durante la Rivoluzione Francese. 

lunedì 2 settembre 2024

Il Portastendardo di Civitella n. 39 (settembre 2024)



Le famiglie politiche: i Liberali

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Cosa è il liberalismo? È uno dei veicoli utilizzati dalla Rivoluzione per raggiungere i suoi scopi. Per il liberalismo, il ruolo dell’individuo è prioritario rispetto al ruolo della Società. L’uomo, per il liberalismo, è il solo giudice, l’unico capace di valutare l’esercizio della propria libertà ed ha una restrizione: la sua libertà non deve fare violenza alla libertà altrui. Ed ancora: esso non può essere ridotto a un semplice regime economico ma costituisce, al contrario, qualcosa di più complesso. È una filosofia politica che ha conosciuto il suo trionfo con i pensatori dell’Illuminismo nel XVIII secolo e conta fra i suoi massimi autori Montesquieu, Voltaire e Diderot, in Francia, Locke, Hume ed Adam Smith in Inghilterra. 

lunedì 26 agosto 2024

Vincenzo Mortillaro e il Carlismo


La storiografia risorgimentale ha spesso esaltato gli atteggiamenti di rifiuto da parte dei siciliani nei confronti della monarchia borbonica, ma le vite e le opere dei legittimisti siculi raccontano anche altri punti di vista contrapposti.
Lo scrittore borbonico siciliano più importante (e prolifico) è stato senza dubbio il Marchese Vincenzo Mortillaro (1806-1888), eccezionale erudito e poligrafo che caldeggiò sempre la restaurazione dell’autonomia tradizionale della sua isola, ma rimase tenacemente fedele a Francesco II. Dopo la fine del Regno delle Due Sicilie, pur venendo perseguitato dal nuovo governo, il nobiluomo difese con i suoi scritti posizioni lealiste e cattoliche intransigenti e pare che sia stato proprio lui la mente principale dietro il moto conosciuto come rivolta del sette e mezzo, che vide la città di Palermo protagonista di un’insorgenza contro lo stato unitario. Tra le cause scatenanti del tentativo di ribellione vi fu anche l’incameramento dei bene ecclesiastici e delle corporazioni religiose, che furono destinati a colmare il deficit dello stato sabaudo.

martedì 30 luglio 2024

Alle origini della mentalità rivoluzionaria


Joseph de Maistre contro Lutero e Rousseau


Le cause prossime della rivoluzione francese furono sociali e politiche, ma le cause remote furono essenzialmente religiose. Questo assunto, sostenuto nella prima metà dell’800 dal Principe di Canosa e ribadito nel ’900 dallo studioso e filosofo tradizionalista Francisco Elías de Tejada e dall’intellettuale conservatore Plinio Corrêa de Oliveira, ha un antecedente in un breve saggio del 1798 di Joseph de Maistre, rimasto inedito durante la vota del suo autore: Sur le Protestantisme. Lo scrittore sabaudo coglie l’incompatibilità delle eresie luterana e calvinista con l’ordine tradizionale e definisce il protestantesimo come «l’ulcera funesta che colpisce tutte le sovranità e le erode inesorabilmente, il figlio dell’orgoglio, il padre dell’anarchia, il solvente universale» (p. 30). L’autore delle Serate di San Pietroburgo ripercorre il ruolo operato nella civiltà europea (o, meglio, cristiana) dal Cristianesimo, che si  sostituì all’impero romano senza però mai intenderne scalzare la sovranità; la vera Religione si è diffusa anche in Asia, pure qui senza stimolare alcuna ribellione (i martiri sono resistenti, non ribelli). Al contrario, il protestantesimo, fin dal nome, «è un misfatto, perché “protesta” contro tutto, non si sottomette a nulla, non crede a nulla e, se fa finta di credere a un libro, è perché un libro non dà fastidio a nessuno» (p. 33). Eresia civile, quindi, nonché religiosa, che combatte apertamente gli Stati cattolici, ma danneggia anche gli stessi Stati che la hanno adottata, come dimostrano le lotte intestine in Germania, Francia, Inghilterra… Il Conte sabaudo addirittura sembra accettare il concetto di legittimità di esercizio proprio del tradizionalismo ispanico (ed ignoto a quello europeo di matrice francese): «un Principe che si distacchi dalla fede, soprattutto in un momento di eccitazione e di fanatismo e soprattutto per abbracciare una religione incendiaria e anarchica che sta coprendo in quello stesso momento il Regno di cenere e di sangue, non dovrebbe rinunciare alla corona? E i suoi sudditi, senza fare una vera e propria rivoluzione, senza intaccare la sovranità e limitandosi a resistere al sovrano, non avrebbero il diritto di considerare l’atto del Re come un’abdicazione volontaria […]?» (p. 37).

giovedì 18 luglio 2024

Video dei funerali di Carlo VII a Varese


Il 18 luglio per i carlisti del mondo è un doppio anniversario: si ricorda l'inizio della Cruzada del 1936-39, ma anche la scomparsa in esilio a Varese di Sua Altezza Reale Carlos VII, che era stato una speranza per tutti i cattolici del continente europeo. 

Purtroppo la pellicola è breve e rovinata, ma è tutto ciò che ci rimane.

In questa giornata, il blog Ernesto il Disingannato ha pensato di condividere con i suoi lettori ciò che rimane delle riprese del funerale del monarca. 

Oggi ricordiamo tutti questo Eroe della Religione e del Trono con una preghiera.


giovedì 13 giugno 2024

Rivoluzione o evoluzione tecnologica?

L’utilizzo di un termine delicato come rivoluzione richiede sempre delle riflessioni: proprio perché per un tradizionalista la questione è seria, esso non può essere adoperato senza meditare.

Ha davvero senso adoperare espressioni come rivoluzione scientifica, rivoluzione agricola o rivoluzione industriale?

Nel suo discorso in apertura dell’anno galileiano 1991-1992, Claudio Valli ha dichiarato che «La rivoluzione protestante, la rivoluzione copernicana e la rivoluzione scientifica galileiana caratterizzano la fase di transizione tra l’intolleranza ideologica e il terrorismo [sic!] dell’Inquisizione dei secoli XVI e XVII e l’Illuminismo del secolo XVIII».

martedì 9 aprile 2024

È scomparso Luis Infante de Amorín


Purtroppo abbiamo appreso la triste notizia che ieri, lunedì 8 aprile 2024, ricorrenza dell'Annunciazione, lo stimato amico Don Luis Infante de Amorín, membro della Segreteria Politica di S.A.R. Don Sisto Enrico di Borbone e colonna portante dell'Agencia FARO, è morto cristianamente, dopo aver ricevuto i conforti della Fede, a seguito di un grave malore che lo aveva colpito lo scorso lunedì di Pasqua.

Si tratta di una perdida insostituibile che ci colpisce profondamente e che piangiamo, affidandoci alla Divina Provvidenza. 

Il Circolo Tradizionalista Generale Borges, di cui il presente blog è una espressione, si unisce all'intera Comunione Tradizionalista pregando per il suo eterno riposo.

Per un profilo di Luis Infante de Amorín, rimandiamo a questo sentito ricordo scritto dal suo sodale Miguel Ayuso Torres