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Buona Domenica. Nel 1929 S.A.R. Don Jaime era Re, ma lo zuavo fu suo zio Don Carlo Alfonso. Bisogna approfondire i personaggi, ma deve essere chiaro che il termine intransigentismo dopo il 1929 non può più essere utilizzato, la categoria si è estinta e sono venute meno le circostanze storiche per usarlo.
Cito alcuni protagonisti da indagare: l’ultimo degli Scotton
morì durante la grande guerra, Giovanni Battista Paganuzzi, fino alla fine dei
suoi giorni, sperò che al Papa venisse restituita almeno la sovranità sulla
città di Roma, negli ultimi anni fu assistito spiritualmente in Venezia da Don
Orione, uomo di altre idee politiche che scrisse una lettera a Mussolini
sollecitando la conciliazione. L’ultimo giornalista intransigente fu Padre De
Töth, ridotto al silenzio dalla Santa Sede. Gli ultimi cattolici intransigenti
rinunciarono alle loro idee per il loro profondissimo sentimento di obbedienza,
ma questo fa parte di tutta la loro storia: torniamo all’Ottocento e prendiamo
il caso del dantista veronese Don Bennassuti. Quando Pio IX sembrava vicino
agli ideali unitaristi Bennassuti fu neoguelfo, quando Pio IX chiarì la sua
posizione Bennassuti fu intransigente.
Ciò che è sopravvissuto al Concordato non fu più Cattolicesimo intransigente, fu altra cosa: cattolici selvaggi alla Papini-Giuliotti, i monarchici cattolici-neolegittimisti del Programma dell’estrema destra fascista… tutti conciliatoristi (quindi automaticamente transigenti) nulla di più.
Riccardo Pasqualin
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