venerdì 8 marzo 2024

Bene, bene! Ma bene non va

Dialogo di Ciro Cardin-Pasqual


Mezzettino ha accettato di accompagnare Leandro in un viaggio sino a Utrera, luogo di nascita dello storico ispano-veneto Cristoforo Tentori (1745-1810). La spedizione, nata per interessi eruditi, è fonte di riflessioni sul presente, e sul futuro. 

Leandro: Caro Mezzettino, devo ringraziarti per avermi accompagnato in questa avventura. Penso che nessun ricercatore si fosse mai spinto a cercare notizie su Tentori, storico della caduta della Repubblica Veneta, nel suo luogo di nascita.

Mezzettino: Non ti preoccupare, per me è un piacere. Credo che questa sia la zona più bella delle Spagne... almeno per quanto mi è dato vedere.

L.: Eppure qui sento un’aria come da fine del mondo...

M.: Fine davvero, Leandro...

L.: Ma amico mio, io mi riferisco a fatti passati!

M.: Gli avvenimenti presenti non fanno affatto ben sperare.

(Apre un giornale che teneva sotto il braccio.)

M.: Nubi di guerra si addensano sul continente europeo e ovunque nel mondo vi sono minacce di un conflitto che potrebbe investire tutti. L’Armenia si muove sempre peggio in politica, e si teme l’aggressione finale dell’Azerbaigian, non meglio si muove il governo filippino, sempre succube degli Stati Uniti... e si rischia un conflitto con la Cina. Forti contrasti in America meridionale, quasi che non si tenesse conto dei disastri che accadono altrove. Due anni fa si parlava di truppe kosovare che si addestrano nelle Malvine e il governo argentino protestava, ed era sostenuto nelle sue sacrosante lamentele anche dalla Cina... e intanto nel continente europeo la zona del Kosovo è sempre calda e non parliamo del resto... mancavano solo le nuove prepotenze degli inglesi da Gibilterra.

L.: Preghiamo, Mezzettino. Il Rosario è l’arma più potente.

M.: Eppure... dobbiamo anche porci delle domande! Ora si evoca lo scenario di una guerra totale europea con la Russia... guarda qua il giornale! Io non c’entro niente con questa storia e sono ancora giovane, non voglio essere coinvolto!

L.: Vi è un giornale che vale per tutti i giorni, e sono le Sacre Scritture. Cerca in esse le tue risposte e prega. (Leandro ha ora in mano una Bibbia, che ha tratto da una tasca.)

M.: Dove si spiega la morte di chi è innocente?

L.: Solo Dio conosce la verità sugli uomini. Luca scrive: “quei diciotto, sopra i quali rovinò la torre di Sìloe e li uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo” (13, 4-5). E aggiungerei con Isaia: 
“«Infatti i miei pensieri non sono i vostri pensieri,
né le vostre vie sono le mie vie»,
dice il SIGNORE.
«Come i cieli sono alti al di sopra della terra,
così sono le mie vie più alte delle vostre vie,
e i miei pensieri più alti dei vostri pensieri.” (55, 8-9)

M.: Io lo capisco che non posso capire, ma sono molto turbato soprattutto dall’attesa di disastri che vengono annunciati ogni giorno, è un’ansia costante, che cerco di dimenticare vivendo normalmente.

L.: E che altro puoi fare? Forse un giorno ci saranno chiare anche le colpe degli uomini. Siamo venuti qui in Spagna a visitare i luoghi della prima parte della vita di Cristoforo Tentori e nella sua opera maggiore, in riferimento alla caduta della Repubblica Veneta, egli scrisse di un “nero nefando velo, che cuopre tuttavia questo mistero d’iniquità”1. 

M.: Anche questo è un riferimento biblico...hai meditato con attenzione l’opera dell’Abate.

L.: E per questo noi siamo qui oggi, per commemorare questo grande uomo vissuto a cavallo tra due culture. Ma restiamo sulla nostra riflessione: “Il mistero dell’iniquità è già in atto, ma è necessario che sia tolto di mezzo chi finora lo trattiene” (2 Tessalonicesi 2,7). Comprendi quindi che è destino che la storia degli uomini sia una somma di sconfitte, con solo alcuni momenti di luce prima della vittoria delle forze del Bene.

M.: Perché tutti devono soffrire, anche per peccati di altri?

L.: Non sarei nemmeno degno di parlarti di questo amico mio, ma mi sento di dirti che devi leggere il libro di Geremia. Di questi tempi è molto importante farlo. Potremmo dire che esiste un monte di bene che giova a tutti gli uomini grazie alle buone azioni di alcuni: 
“Percorrete le vie di Gerusalemme,
osservate bene e informatevi,
cercate nelle sue piazze
se trovate un uomo,
uno solo che agisca giustamente
e cerchi di mantenersi fedele,
e io le perdonerò, dice il Signore.” (5,1)
Tuttavia esiste anche un monte di male, con i peccati di alcuni che hanno conseguenze sull’intera collettività. Ma oggi va di moda dire: “A te cosa ti toglie?” E non ci si pensa.

M.: Cosa dice Geremia su questi mali?

L.: Il suo libro parla di tempi antichi, egli predicò tra il 622 e oltre il 587 a.C. e vide i disastri di quell’epoca abbattersi sul suo popolo, ma parla anche a noi suoi posteri.

Geremia ha previsto una catastrofe e non è stato creduto, il nostro Tentori ha indagato le cause di una catastrofe già avvenuta, ma nemmeno a lui è stato dato ascolto. Gli uomini non cercano e quindi non trovano, se trovano per caso non ascoltano e se ascoltano non imparano. (Pausa. Cerca ancora nelle Sacre Scritture.)
Ecco qui: “hanno collocato le loro abominazioni
nella casa sulla quale è invocato il mio nome,
per contaminarla” (Geremia 19, 30) e direi che ci siamo...
Ecco poi, un pochino più avanti sembra di leggere un notiziario francese:
“Hanno costruito gli alti luoghi di Tofet nella valle del figlio di Innom,
per bruciarvi nel fuoco i loro figli e le loro figlie” (Geremia 19, 31)
E insomma, mi pare che queste parole valgano anche per i nostri tempi. Abbiamo tradito l’unico vero Dio per seguire dei falsi dei, e forse saremo schiavi. Chissà.

M.: Prima temevo una catastrofe, ma questi versetti mi fanno capire la gravità della colpa e desiderare che venga presto. Perché dovremmo trattenere?

L.: Questo è purtroppo un errore diffuso caro Mezzettino, una sorta di accelerazionismo apocalittico. 
Ma Isaia dice:
“Guai a coloro che si tirano addosso il castigo
con corde da buoi
e il peccato con funi da carro,
che dicono: «Faccia presto,
acceleri pure l’opera sua,
perché la vediamo;
si facciano più vicini e si compiano
i progetti del Santo di Israele,
perché li conosciamo».” (5, 18).

M.: Che dovrei fare se venisse la guerra dalle nostre parti? Io non voglio servire l’esercito italiano, non perché io rifiuti la cultura italica, ma perché lo stato stesso la rinnega e quindi (proprio per amore della civiltà italica) l’ordine presente non merita di essere difeso.
Io sono italiano? A volte mi chiedo questo. Chi fa riferimento alla costituzione italiana considera italiani tutti coloro che parlano italiano...

L.: Piano, piano Mezzettino...

M.: Hai ragione: in effetti se un immigrato non parla italiano è pienamente giustificato, mentre chi chiede di riconoscere una qualche dignità alle lingue locali incorre nelle ire dei progressisti. Tutto è relativo, dipende dalle logiche dei settarismi di partito...il valore più alto per le sette partitiche è il mantenimento del potere.

(Pausa.)

Quindi sintetizzo dicendo che per chi segue la costituzione italiana oggi, è italiano chiunque si riconosca nella costituzione stessa, che ricopre il ruolo di religione laica. Secondo questi signori, solo questo elemento rende tale un “italiano”, non la cultura, non la Religione... Secondo questi signori persino un generale cambio di popolazione, originato dalle migrazioni e dal crollo demografico, è gestibile semplicemente arrivando a presunti processi di integrazione che si risolveranno nell’apprendimento dell’abc costituzionale... ma in realtà, già oggi, persino questa strategia va puntualmente incontro a frequenti fallimenti. Se tutti sono italiani, perché devo ancora considerarmi tale? Che valore ha? Voglio davvero rientrare in un simile aggregato? E chissà se nello sfascio generale pure la repubblica italiana non sarà polverizzata... Sui valori del cosiddetto “occidente”, poi, hai già detto tutto con i tofet dei francesi. Penso che all’apertura delle ostilità mi consegnerò all’ambasciata russa, o mi darò alla macchia.

L.: Credo che molti giovani del cosiddetto “occidente” siano della tua stessa opinione, e questo ci potrebbe portare a riflessioni assai gravi... ma è meglio se torniamo alle nostre ricerche sul Tentori. Vedremo, caro Mezzettino, tu vuoi affrontare troppi argomenti insieme, ma ti ripeto di leggere Geremia. Vedrai che qualcuno continuerà a cercare di portarci dell’ottimismo con le solite distrazioni mediatiche, settarie e partitiche. “Come va?” “Bene bene!” ma bene non va. Non guardare troppo in avanti verso fatti che nessuno conosce, e leggi Geremia.


Immagine in apertura: Albert Moulton Foweraker (1873-1942), Moonlight near Utrera


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