Il Carlismo si alimenta leggendo
Sono diverse le citazioni inflazionate che formano il prontuario del conformista, che, cantava Gaber, «quando ha voglia di pensare, pensa per sentito dire». Sono frasi che vengono usate per darsi un po’ di tono: frammenti di libri che pochi hanno letto davvero, schegge di epistolari non ben identificabili (o forse nemmeno esistenti).
Una tra queste massime è attribuita a Miguel de Unamuno: «Il fascismo si cura leggendo e il razzismo si cura viaggiando». Tenendo presente che l’opera omnia di Mussolini consta di 44 grossi volumi, il pensiero risulta abbastanza ingenuo e di certo non può riassumere il complesso rapporto tra Unamuno e l’estrema destra. All’inizio della Cruzada lo scrittore spagnolo sostenne i falangisti e più tardi ammise: «Non appena nacque il movimento salvatore capeggiato dal generale Franco, mi sono unito ad esso, sostenendo che ciò che bisognava salvare della Spagna è la civiltà occidentale [sic] cristiana e, con essa, l’indipendenza nazionale».
L’accademico Franco Cardini, posto davanti alla presunta frase di Unamuno, ha ricordato che Hitler fu un lettore vorace, che arrivò a possedere circa 16.000 volumi. Chi scrive si permette di utilizzare l’aggettivo “presunta” perché non ha trovato traccia della citazione in alcuna opera di Unamuno (tuttavia se la fonte è conosciuta lo scrivente è pronto a scusarsi per la sua ignoranza).
In ogni caso, l’unico indizio che emerge compiendo rapide ricerche è un’altra frase, sicuramente meno gradevole per un tradizionalista: «El carlismo se cura leyendo, y el nacionalismo viajiando». Anche l’attribuzione di questa seconda citazione non è chiara: per alcuni tali parole furono dette dall’usurpatore Alfonso (XIII), per altri dal romanziere Pío Baroja (1872-1956). L’unico dato sicuro è che i fruitori di queste frasi non hanno l’abitudine di inserire note dettagliate a piè di pagina... compagni che sbagliano.
«Il carlismo si cura leggendo» è un’affermazione da cui il movimento non ha nemmeno bisogno di difendersi. Probabilmente tutti i carlisti che attualmente vivono nella Penisola italica sono entrati in contatto con il tradizionalismo grazie alla lettura; del resto la biblioteca del Carlismo è vastissima e in tutto il mondo i militanti della tradizione si distinguono per la loro preparazione culturale. Se ciò non corrispondesse a realtà non esisterebbe una Collana di Studi Carlisti in lingua italiana. Maurizio Di Giovine, Commendatore dell’Ordine della Legittimità Proscritta ama dire: «I carlisti scrivono tutto, per non dimenticare niente!»
Ribadire che “i libri fanno bene” è una banalità, ma la lettura è davvero fondamentale per il Carlismo: a ben vedere, insieme a educazione, scrittura e docenza essa è sempre stata il suo strumento più importante, in pace come in guerra.
Riccardo Pasqualin
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