domenica 18 settembre 2022

Il Multiculturalismo

Riflessioni sul nuovo modello di sviluppo



Tra le tendenze del tempo presente troviamo la supremazia della psicologia ed in modo particolare quella della psicologia sociale. Entrambe vendono un sapere opinabile e, soprattutto, manipolabile. Per quanto ci riguarda, possiamo facilmente individuare nelle persone che praticano la psicologia sociale quello che è stato definito “il braccio armato del potere globalista”.

Le facoltà universitarie di antropologia e sociologia sono fortemente intrise di marxismo e post-marxismo divenute, negli anni di piombo, veri e propri centri di sovversione politica.

Oggi, esse, si sono trasformate in luoghi di indottrinamento e controllo politico. In esse si insegnano le tecniche di manipolazione di massa e si sostiene con forza un nuovo modello ideologico: il multiculturalismo.

Il ricorso all’anglicismo, per indicare una delle tante tecniche di manipolazione, è d’obbligo tra i cultori del nuovo orientamento rivoluzionario. Il termine “framing” è entrato nel linguaggio corrente dei manipolatori di massa.

Letteralmente significa “incorniciare” e la dottoressa Silvana De Mari, attenta studiosa del fenomeno, ci spiega chiaramente l’obiettivo del nuovo fenomeno: “con il termine “framing” si intende l’attribuzione di significati preformati e immodificabili a determinate parole o immagini o comunque elementi, così da dirigere il pensiero e le emozioni delle masse, incoraggiarne determinati comportamenti e, praticamente, vietarne altri”.

L’anodina insistenza sull’utilizzo dell’anglicismo sostenuta dai fautori del pensiero unico ci porta a capire l’importanza di tante battaglie legate alla difesa delle lingue neo-latine (francese, spagnolo, italiano, portoghese). Praticare questa forma di resistenza all’anglicismo è un dovere prioritario.

Il termine “multiculturalismo” a cui abbiamo accennato poc’anzi, è un esempio di “framing”. Con il “multiculturalismo” si tende a raggiungere l’obiettivo di rendere possibile una società nata da culture aliene, le une rispetto alle altre.

Sino a qualche tempo fa, era possibile realizzare la convivenza di alcune culture, non essendo troppo dissimili le strutture familiari e sociali.

Restava la complicazione della lingua, dei codici di comportamento, dei vestiari diversi, e, non ultima, della religione. 

Rileviamo tristemente che la parola “multiculturale” è ormai presente nella stragrande maggioranza dei libri scolastici, di tutti i livelli, come fenomeno più che positivo. Accennare ai problemi conseguenziali al “multiculturalismo” è blasfemia.

È squalificante.

Una frase divenuta ormai impronunciabile è la seguente: “il multiculturalismo è un disastro”. Ne consegue l’impossibilità di intavolare una discussione critica sull’argomento.

O meglio, si annienta la possibilità di mettere in luce un diverso punto di vista basato su un discorso logico e positivo. No! Ciò non è più possibile permettendo che si versino incredibili fiumi di odio verso chi intende raccontare la semplice verità.

Il passo del multiculturalismo verso l’esclusione di chi intende resistergli, è breve.

Ci poniamo una domanda. È tutto destinato alla vittoria finale del pensiero unico?

La nostra risposta è No! Dobbiamo e vogliamo essere fedeli alla Verità, a quella virtù rappresentata da Cristo. Questa è per noi l’unica vera risposta al pensiero dominante. Resistere alla imposizione del pensiero unico significa respingere la confusione e la timidezza; significa rifiutare l’incapacità di sostenere gli autentici temi etici.

Il tradizionalismo politico rappresenta la strada utile da percorrere per quanti intendono liberarsi da quel pessimo complesso di inferiorità di fronte alla rivoluzione che ritiene la ragione positivista la sola cultura utile e relega tutte le altre realtà allo stato di sottoculture.  

Vi sono delle costanti storiche che è necessario conoscere e ricordare. Uno dei più importanti fatti storici ci porta a ricordare che i cristiani, per tre secoli, hanno condotto battaglie di avanguardia e di resistenza attiva verso il potere politico prima di giungere alla libertà costantiniana. Quella battaglia durata tre secoli è alla base della difesa della Verità, oggi pesantemente messa in discussione dal cosiddetto “pensiero unico”.

Ci viene spontanea la seguente riflessione: la nostra battaglia per il trionfo della Verità si deve fare ovunque e può durare tutta la vita. In questa battaglia per il trionfo della Verità rientra la difesa del diritto naturale pesantemente aggredito dal “pensiero unico” che vede in esso il nemico da abbattere.

Si. Il diritto. E con alcune riflessioni su di esso concludiamo le riflessioni che stendiamo per «Lo Stendardo di Civitella del Tronto» di questo mese.   

L’obiettivo che ci prefiggiamo è quello di lavorare per il bene comune. Purtroppo assistiamo alla imposizione di ordinamenti giuridici in antitesi con i nostri principii perché vanno a colpire la vita sin dal suo concepimento.

Ebbene, non dobbiamo dimenticare quanto affermava Origene, secondo il quale i cristiani hanno il dovere di resistere agli ordinamenti giuridici in aperta antitesi con i valori cristiani. Ecco perché, quando ci troviamo di fronte a un diritto ingiusto, abbiamo il dovere (non solo il diritto) di resistere. Nel corso della storia, la tradizione ha dimostrato che gli ordinamenti giuridici sono nati sulla base di un riferimento alla Divinità. E prima di tutto sono nati per i diritti di Dio.

Non a caso, la prima e più grande manifestazione dei diritti di Dio che i cristiani hanno fatto sin dall’epoca apostolica è stata il radunarsi “il giorno del Signore” per la sacra liturgia. Lo Stato riconobbe tale diritto di raduno e quel giorno fu chiamato “il giorno del Signore”, la domenica.

Forti di questa eredità, ribadiamo che il diritto costituisce la base organica della Società.

Durante lo scorso secolo, il comunismo ed il nazional-socialismo hanno sperimenta la separazione del potere dal diritto e il potere si è contrapposto al diritto fino a calpestarlo. Tornano profetiche le sagge parole di sant’Agostino, il quale scrisse nel De Civitate Dei: «Togli il diritto e allora che cosa distingue lo Stato da una grossa banda di briganti?».

Al fine di raggiungere l’obiettivo di realizzare il bene comune vi è un codice etico superiore a tutto. Esso ha per riferimento i dieci Comandamenti, sintesi della legge morale naturale. Il Tradizionalismo politico indica questa strada. Se la percorriamo, terremo lontane le lusinghe del successo umano che rappresenta una seduzione e porta alla distruzione della giustizia.

Non ci resta che difendere e sostenere la comunità cristiana, la quale costituisce l’unico modello di società alternativo al modello unico che il mondo contemporaneo ci vuole imporre. 


Il Presidente degli Incontri Tradizionalisti
di Civitella del Tronto

Dott. Francesco Maurizio Di Giovine

Commendatore dell’Ordine
della Legittimità Proscritta

 

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