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Il 52° Incontro Tradizionalista di Civitella del Tronto si è svolto quest’anno nei giorni 25 e 26 giugno, a causa delle restrizioni per il Covid che non ci hanno permesso di celebrare l’Incontro nella data canonica del terzo fine settimana di marzo. La nuova data ha coinciso con l’ultima settimana di giugno e ciò ha impedito a molti dei nostri amici di essere presenti all’Incontro annuale. Comunque, con l’aiuto di Dio, abbiamo potuto rispettare il programma prefissato e celebrare l’appuntamento annuale.
L’Incontro si è aperto con il Convegno di Studi di sabato pomeriggio che ha avuto per tema Tradizione e Conservatorismo. Una distinzione basilare tenuto presso la Sala polifunzionale del Comune di Civitella del Tronto, messa a disposizione dal sig. Sindaco di Civitella del Tronto, Avv. Cristina Di Pietro, alla quale va tutto il nostro ringraziamento.
Il Convegno di Studi è stato aperto con l’ascolto in piedi di tutti i convenuti dell’Inno al Re di Giovanni Paisiello. Successivamente, ha preso la parola il Presidente degli Incontri Tradizionalisti di Civitella del Tronto dott. Di Giovine, che, nel dare il benvenuto agli amici presenti, ha commemorato la drammatica morte del capitano di cavalleria Francesco Delisio, ex allievo della Nunziatella (corso 2013-2015), morto a Palermo in circostante drammatiche. Ha preso la parola il gen. di C. d’A. Luigi Robusto, nuovo presidente delle Sezioni Abruzzi e Molise dell’Associazione Nazionale ex Allievi Nunziatella che ha portato il saluto degli ex Allievi delle due regioni rappresentate. Ha fatto seguito l’intervento del dott. Giuseppe Catenacci, presidente onorario dell’Associazione ex Allievi Nunziatella e figura a noi tutti molto cara per l’assidua presenza agli Incontri; presenza, peraltro, ricca di doni culturali offerti gratuitamente, Questi doni hanno arricchito nel tempo il nostro patrimonio storico. In questa circostanza, il dott. Catenacci ha presentato il pamphlet realizzato per il 52° Incontro Tradizionalista di Civitella del Tronto dal titolo Ragguaglio sulla spedizione militare negli Abruzzi nell’ottobre 1860 del barone Teodoro Klitsche de la Grange che fu inviato dal Re Francesco II in terra d’Abruzzo nell’ottobre del 1860 per organizzare la guerriglia antipiemontese. Il pamphlet, che riproduce in anastatica il testo del Rapporto al re del Barone prussiano, è stato offerto in omaggio, come da tradizione, ai presenti. Il dott. Catenacci ha altresì presentato l’opera in ristampa anastatica Consigli di un militare a suo figlio, opera del Barone d’A****, colonnello di Fanteria, ad uso de’ Giovanetti della R. A. Militare (Napoli, 1794, per Vincenzo Mazzola), a cura di Giuseppe Izzo e Giuseppe Catenacci. Anche quest’opera è stata offerta in omaggio ai presenti.
L’Associazione Nazionale ex Allievi Nunziatella è puntualmente presente in ogni simposio che vede coinvolte personalità militari uscite dalla Nunziatella. La piazzaforte di Civitella del Tronto nei mesi conclusivi della storia civile e militare del regno delle Due Sicilie vide la presenza ed il coinvolgimento, su fronti contrapposti, di due ex alunni della Scuola Militare: il maggiore Luigi Ascione (allievo del corso 1811-1814 della Scuola Reale Pirotecnica e Militare) ed il generale Luigi Mezzacapo (allievo del corso 1825-1832 del Real Collegio Militare). Da buoni Tradizionalisti, guardiamo questa istituzione militare con grande simpatia perché rappresenta l’ultima eredità vivente del regno delle Due Sicilie, tempo in cui essa nacque.
Siamo finalmente entrati nel vivo del convegno. Ha preso la parola il prof. Giovanni Turco dell’Università di Udine che ha parlato sul tema Il conservatorismo: una falsa alternativa. Il Conservatorismo, ha spiegato il prof. Turco, come attitudine, come ideologia sceglie una prospettiva impossibile da conciliare tra il primato dell’essere ed il primato del divenire. E’ impossibile conciliare i due primati. Il conservatorismo confonde il potere con l’autorità; confonde ordine con ordine pubblico. Il conservatorismo è un equivoco della contro – rivoluzione. E’ una contraffazione radicale della tradizione. La vera alternativa al conservatorismo è il primato dell’essere, il primato della contemplazione, il primato del bene.
E’ stata la volta del dott. Edoardo Vitale che ha sviluppato il tema La “politica dell’amalgama e il vicolo cieco del conservatorismo. Il XIX secolo si aprì all’insegna del compromesso tra l’aristocrazia ed i ceti affaristici che svilupparono un preciso quanto nefasto sodalizio a danno dei ceti popolari. La monarchia borbonica restò vittima delle sue origini assolutistiche e poco fece per uscire da questo sistema che alla fine fu la causa della sua definitiva rovina.
Ha preso quindi la parola il prof. Gianandrea de Antonellis per una comunicazione sull’uscita delle novità librarie di nostro interesse. Ha presentato l’opera collettanea sul prof. Giacinto Auriti (Miscellanea in memoria di Giacinto Auriti. Nel XVI anniversario della scomparsa, a cura di Bruno Lima, Aracne, Roma 2022) e successivamente ha presentato i primi tre volumi dell’opera omnia del Principe di Canosa da lui curati per le edizioni Solfanelli e il progetto, con lo stesso editore, riguardante l’altro pilastro del tradizionalismo italico ottocentesco, Monaldo Leopardi, di cui lo stesso Solfanelli ha appena riedito i rari Pensiero del Tempo (a cura di Riccardo Pasqualin). Infine il relatore ha concluso indicando nel Carlismo la migliore via da percorrere per uscire dal conservatorismo, invitando alla lettura dei volumi della Collana di Studi Carlisti edita da Solfanelli.
Il dott. Francesco Maurizio Di Giovine ha successivamente affrontato il tema Intransigentismo e conservatorismo nella pubblicistica italica della seconda metà dell’Ottocento. Di Giovine ha preso in esame il ruolo della stampa cattolica all’indomani della proclamazione del regno d’Italia. La battaglia di questi giornali iniziò con la difesa della sovranità temporale del pontefice. Senza di essa, scrissero quei giornali, non vi poteva essere libertà per la Chiesa. Nel corso del tempo la battaglia si perfeziona con il rifiuto a partecipare alle elezioni politiche. Né Eletti, né elettori, fu la parola d’ordine dei cattolici, lanciata da don Giacomo Margotti e fatta propria dai cattolici che furono chiamati intransigenti. Tutto ciò non significò assenza dei cattolici dalla battaglia sociale ed economica del Paese. Anzi. I progetti sociali realizzati in questo tempo dai cattolici mettono in evidenza il loro ruolo attivo nel contesto politico del Paese.
Le conclusioni sono state affidate al prof. Miguel Ayuso che ha sottolineato la preziosità di tutti gli interventi. Essi hanno messo in evidenza il ruolo del cattolicesimo propugnato dai tradizionalisti contro le lusinghe del conservatorismo cattolico che finì col soffocare le genuinità di questo pensiero.
Gli amici presenti al Convegno hanno potuto usufruire di una selezionata scelta libraria proposta dall’editore Solfanelli, che pubblica tra le altre collane quella dedicata agli “Studi Carlisti”, che a breve si arricchirà di altri due titoli (Breve storia del Carlismo nella Penisola italiana di Maurizio Di Giovine e Carlismo per Napolitani di Gianandrea de Antonellis) raggiungendo gli undici titoli pubblicati. Per l’occasione Solfanelli ha realizzato un accordo con la casa editrice cattolica veronese Fede & Cultura, proponendo anche gli ottimi libri di quest’ultima.
Infine, ha fatto una bella figura un banco di oggettistica identitaria e di bandiere dell’antico regno. È la Bottega delle Due Sicilie, che ci accompagna da anni e che per lungo tempo è stata gestita dall’ottimo Matteo Vaia. L’esercizio del banco della Bottega delle Due Sicilie ora continua con giovani volenterosi che hanno onorato il nostro Incontro, per la prima volta, con l’abituale offerta di oggettistica.
Al termine del convegno è stato messo in vendita il volume Civitella del Tronto 1971-2020. Cinquant’anni di testimonianza al servizio alla Tradizione (D’Amico, Nocera Superiore 2021, p. 214, € 15).
La cena comunitaria del sabato si è tenuta presso il ristorante dell’hotel Fortezza, nel centro storico di Civitella. Alle proverbiali specialità del luogo si sono aggiunte delle squisite mozzarelle offerte da un amico pugliese presente all’Incontro; il tutto accompagnato da un eccellente vino “Primitivo” di Gioia del Colle, sempre offerto da un amico presente. Ringraziamo gli amici pugliesi che hanno risposto al nostro appello di arricchire la cena comunitaria con prodotti tipici della loro terra. Anche questo è un modo di vivere la Tradizione.
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La domenica, seconda giornata dell’Incontro Tradizionalista, è da sempre dedicata alla preghiera ed alla Memoria. La giornata è iniziata con la celebrazione della Santa Messa nella chiesa trecentesca di Santa Maria degli Angeli, situata nel centro storico di Civitella del Tronto. Quest’anno la partecipazione è stata implementata dalla presenza di alcune famiglie abruzzesi che, venute a sapere della celebrazione a Civitella della Santa Messa secondo il rito Tridentino, si sono presentate per pregare assieme a noi. Il celebrante, dopo aver commentato il Vangelo del giorno, ha ricordato il valore dei soldati dell’esercito Napolitano che nella difesa del 1860-1861 si sacrificarono per restare fedeli al giuramento prestato al re ed alla patria Napolitana. La Santa Messa viene celebrata ogni anno per ricordare i Martiri della Tradizione ed in suffragio degli amici già presenti a Civitella negli Incontri passati e che ci hanno preceduto nella gloria del Signore, i cui nomi vengono ricordati al termine, perché rimangano presenti nei nostri cuori.
Al termine della Santa Messa ci siamo incamminati verso la fortezza, con un percorso irto di difficoltà che ha avuto tutto il sapore di un cammino penitenziale, da noi accettato con gioia ben sapendo che veniva fatto calpestando un terreno che, ancora oggi, custodisce le ossa dei soldati Napolitani caduti nel corso dell’assedio del 1860-1861.
Giunti in Fortezza, ci siamo diretti verso il palazzo del Governatore, non potendo fermarci nella piazza d’Armi per l’alza bandiera, come abbiamo fatto negli scorsi Incontri, essendo il sito sottoposto a lavori di restauro. In quella che fu la Chiesa della fortezza abbiamo commemorato il Soldato Napolitano. Quest’anno, la commemorazione è iniziata con il ricordo dei martiri abruzzesi caduti sotto il piombo piemontese. Il dott. Maurizio Di Giovine ha presentato il dott. Salvatore Luciano Bonventre che ha commemorato i martiri di Scurcola Marsicana, fucilati il 23 gennaio del 1861 dalle truppe del 40° Reggimento della Brigata Bologna. Tra questi martiri vi era anche il bisnonno dell’oratore, Domenico Di Matteo (1815-1861) di Roccaberardi, comune di Pescorocchiano, in provincia dell’Aquila. Nella famiglia Di Matteo, la fedeltà alla Monarchia Napolitana era di antica origine. Già vari membri della famiglia avevano partecipato all’insurrezione antifrancese nel 1799 con le masse di Giovanni Salomone. La famiglia Di Matteo apparteneva al ceto dei piccoli proprietari terrieri e degli allevatori di cavalli. Attività molto redditizia in questa terra di confine. Ciò sfata la leggenda giacobina che voleva tutti coloro che si erano schierati con il Re dei poveri diseredati, fanatizzati dal clero e dalla nobiltà. Domenico Della Rocca, detto Menicuccio, cadde con la fierezza di chi crede nelle proprie idee. Prima di essere fucilato recitò il santo Rosario e le sue ultime parole prima di cadere sotto il piombo del plotone di esecuzione furono: “Viva ‘o Rre!”.
Ha quindi preso la parola il dott. Edoardo Vitale per commemorare il soldato Napolitano. Ha ricordato la figura del dott. Gaetano Marabello, recentemente scomparso, che qualche anno fa commemorò il soldato Napolitano con accorata partecipazione. Ha poi affermato: “Noi guardiamo la storia borbonica con occhi critici. Non abbiamo paura di raccontare la verità perché vogliamo riconoscere l’essenza dl nostro patrimonio, con gli errori ed i pregi che le scelte politiche determinarono. La nostra commemorazione del Soldato Napolitano avviene sulla base dei fatti storici, senza retorica. Non abbiamo bisogno di colorire gli avvenimenti che narriamo. I reali fatti storici bastano per raccontare la storia vera di un mondo. Il coraggio ed il valore del Soldato Napolitano furono noti in tutta l’Europa. Questo soldato era l’erede del soldato ispanico che si comportò con valore nelle Fiandre, in Brasile, ed in altri luoghi. Ma su questo esercitò calò la calunnia portata avanti dalla rivoluzione che doveva abbattere ideologicamente questo esercito con la calunnia, prima di colpirlo materialmente. La corruzione che colpì gli alti gradi dell’Esercito Napolitano, divenne la corruzione immaginaria di tutto l’esercito. Del resto il regno, prima dell’arrivo dei piemontesi, era già stato occupato da uomini fedeli alla rivoluzione che avevano occupato i ruoli più prestigiosi dello Stato dopo la concessione della costituzione da parte di Francesco II. Il regnò cominciò ad essere demolito dall’interno. Ma l’esercito tenne duro. Restò compatto ed integro nella fedeltà alla Monarchia Napolitana. Ciò lo si vide ben presto. Quando il Re organizzò la resistenza militare, asserragliato nella piazzaforte di Gaeta, molti di quei soldati che in precedenza si erano bandati, accorsero a piedi a Gaeta e si strinsero attorno al Re nell’ultima difesa del regno. Essi scrissero una pagina intrisa di eroismo che deve essere ancora raccontata in tutto il suo spessore. E, alla fine della storia militare del regno, quando molti di essi furono deportati nei campi di concentramento piemontesi, stupirono i vertici di quell’esercito, perché non vennero meno al giuramento di fedeltà al Re Napolitano. I piemontesi reagirono con rabbia ideologica. Ma i nostri Soldati indossate le umili vesti del martirio divennero gli eroi che noi oggi commemoriamo”.
Al termine della commemorazione è stata visitata la fortezza e con il pranzo di fine Incontro ci siamo dati appuntamento al prossimo mese di marzo per celebrare il 53° Incontro Tradizionalista di Civitella del Tronto. .
Il Presidente degli Incontri
Tradizionalisti di Civitella del Tronto
Dott. Francesco Maurizio Di Giovine
Commendatore dell’Ordine
della Legittimità Proscritta
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