Purtroppo in Italia queasta vera e propria epopea è ancora troppo poco conosciuta - nonostante il film Cristiada (For Greater Glory - The True Story of Cristiada) con Andy García e Peter O'Toole - ma tra le non numerosissime pubblicazioni ancora facilmente disponibili sul mercato si può segnalare Viva Cristo Re! Cristeros: il martirio del Messico 1926-29 di Paolo Gulisano, edito da il Cerchio nel 1999. Rispetto ad altri testi, il libro ha il pregio di fornire un riassunto essenziale delle vicende storiche messicane contestualizzando la resistenza cristiana nel percorso culturale e religioso del paese; forse solo il passaggio relativo alla prima rivoluzione e alla separazione dalla Spagna è svolto troppo rapidamente e le dinamiche del mutamento non sono indagate a sufficienza. Esageratamente positivo è invece il giudizio su Massimiliano D’Asburgo Lorena (1832-1867), che fu membro della massoneria e non certo un monarca impeccabile.
Attingendo a una valida bibliografia, il saggista descrive con dovizia la povertà dei mezzi dei Cristeros: la scaltrezza con cui rendevano possibili e poi proteggevano le messe clandestine, il coraggio con cui facevano proselitismo quando anche solo un piccolo gesto poteva costargli la vita... La loro fu una battaglia disperata che affrontarono con una disciplina straordinaria, ma che combatterono con fucili da caccia e forconi contro un esercito in grado di schierare carri armati e aerei. La trattazione non trascura le biografie di singole figure esemplari che sacrificarono la vita per la Religione, racconti toccanti che sembrano provenire da un altro mondo – e forse è davvero così.
Le conclusioni ci offrono inoltre una riflessione di cui bisogna fare tesoro: gli assassini dei Cristeros quando riuscirono a far cessare le ostilità non abbandonarono la via della persecuzione, ma la condussero con modalità diverse, scelsero la via del «genocidio [culturale] gentile». L’obiettivo del governo divenne quello di isolare il culto alla sola sfera privata, di allontanare i messicani dalla loro cultura e, con lo sfruttamento, di privarli del tempo e della possibilità di pregare e di apprendere i fondamenti del culto cristiano.
C’è da sottolineare l'interessante presentazione di Franco Cardini, testo per nulla accessorio, in cui si spiega il legame diretto tra la leggenda nera sugli Spagnoli e l’odio protestante, che ha fornito poi un potente strumento all’imperialismo statunitense, tuttora impegnato nella distruzione di ogni elemento che possa unire i popoli ispanoamericani: storia, lingua, cultura e Fede.
«Dovrebb’essere ben conosciuta da tutti la storia di quei movimenti di “liberazione”, che in certi paesi – ad esempio in Argentina – determinarono la sparizione quasi totale degli indios nativi, non più tutelati dalle severe leggi garantiste della monarchia spagnola e dalla salvaguardia ecclesiastica. […] Al tempo stesso, l’impianto di sistemi accademici e universitari ispirati all’irreligiosità evoluzionistica conquistarono i ceti “colti”, a ciò già disposti dall’umanitarismo massonico, mentre dal basso [furono rese possibili] ben orchestrate campagne di penetrazione delle sètte protestanti da una parte e di reinvenzione delle “tradizioni” di sedicente origine africana dall’altra [...]» scrive Cardini. Eppure no, questi fatti storici non sono affatto “ben conosciuti” e in prima istanza, purtroppo, sono ignorati innanzitutto dai cattolici.
Prosegue lo storico: «Le borghesie liberali si danno in tal modo sempre di più all’ateismo: ma un ateismo condito sovente di superstizioni demonolatriche e spiritistiche, mentre nei ceti subalterni germogliano e crescono, in pittoresca simbiosi, ideologie anarco-socialiste e culti magici come il voodoo e l’umbanda, corrispettivi magari di una négritude che si vuol diffondere come falsa identità tradizionale per stroncare le identità reali, tutte profondamente radicate nel cattolicesimo».
Ciò ci permette di comprendere come la scristianizzazione – in America, ma anche in ogni altra parte del globo – sia ormai entrata in una fase più subdola, ma ugualmente terribile: la fase in cui ogni singola calunnia da bignami dell’anti-cristianesimo è divenuta parte delle conoscenze elementari di ogni qualunquista che (non) si rispetti. In definitiva è proprio così che – sul lungo periodo – sono state sedate le insorgenze cristiane, è questo che bisogna capire ed è questa la consapevolezza che deve dare un senso a ogni azione divulgativa.
Riccardo Pasqualin
Altre pubblicazioni in italiano sui Cristeros facilmente reperibili:
Antonio Dragon, Il padre Pro. Il santo dei cristeros, Amicizia Cristiana, Chieti 2012
Luigi Ziliani, Cristiada. Messico martire, Amicizia Cristiana, Chieti 2012
Mario Arturo Iannaccone, Cristiada. L'epopea dei Cristeros in Messico, Lindau, Torino 2016
Gabriele Bonfiglio, Cristeros, Youcanprint, 2020
a cui va aggiunto il DVD ufficiale del film Cristiada accompagnato dal Pressbook Cristiada: il film e il contesto storico (2015)
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