Da giorni la situazione sul confine tra Armenia e Azerbaigian si è fatta pericolosissima, non solo per i civili, ma potenzialmente anche per l’ordine generale nel Caucaso. L’esercito azero è tornato a violare il cessate il fuoco e sta ammassando armi pesanti e uomini in prossimità di quello che potrebbe diventare il fronte.
Il governo iraniano (tradizionalmente vicino all’Armenia) ha ribadito che non tollererà più attacchi contro la Repubblica dell’Artsakh e tanto meno contro lo stato armeno, un eventuale tentativo azero di occupare il corridoio di Syunik (attualmente ancora bloccato dagli azeri) porterebbe a una reazione immediata da parte degli iraniani. Anche l’Iran ha spostato una certa quantità di militari e a Baku si teme un’invasione del Nakhichevan, regione storicamente armena ora parte dell’Azerbaigian. Sembra che il valico di frontiera sul lato iraniano del Nakhichevan sia stato chiuso, tagliando materialmente i contatti tra l’Azerbaigian e la Turchia.
In mezzo alle tensioni tra Armenia, Azerbaigian e Iran si muove in silenzio un quarto contendente: Israele, che ha sempre avuto tutto l’interesse a tenere buoni rapporti con ogni governo che potrebbe mostrarsi ostile a Teheran. Il ministro degli esteri israeliano Eli Cohen ha annunciato l’apertura di una nuova ambasciata del suo stato in Turkmenistan (paese amico dell’Azerbaigian anche in ragione delle comuni origini turciche). Per quanto la stampa italiana sembri incontrare delle difficoltà nel toccare questo argomento, lo stato ebraico è stato fortemente criticato per aver fornito armi agli azeri durante l’ultima guerra in Artsakh, ma nel 2023 la politica estera spregiudicata di Israele non dovrebbe stupire più nessuno. Il fatto che Israele fornisca aiuti militari a chi porta avanti un genocidio contro i cristiani armeni, del resto, aiuta anche a capire perché lo stesso Israele non abbia mai riconosciuto il grande genocidio armeno che ha avuto inizio nei territori ottomani nel 1915...le motivazioni sono sempre le medesime: mantenere buoni rapporti con l’Azerbaigian e la Turchia, che sono forze utili a contrastare Teheran.
Gli ottimi rapporti tra Israele, Turkmenistan e Azerbaigian permettono allo stato ebraico di estendere la sua influenza sul Caspio e di minacciare l’Iran. Al momento non è chiaro se questo conflitto geopolitico esploderà in una guerra aperta, ma di fatto Armenia e Artsakh sono già sotto attacco.
Intanto a Mosca, tre giorni fa, si è tenuto un incontro diplomatico tra i ministri degli esteri di Russia (Sergej Lavrov) e Armenia (Ararat Mirzoyan), durante la conferenza stampa nella capitale della Federazione Russa un giornalista ha posto a Lavrov la questione delle violazioni azere sulla linea di confine stabilita in Artsakh e il ministro russo si è lasciato scappare le parole: «Fottuti idioti». Il senso di questa imprecazione rimane oscuro.
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