domenica 13 novembre 2022

Storia Sacra, San Giovanni Bosco

Quando insegnava ai suoi alunni, San Giovanni Bosco lo diceva in modo chiaro: la Bibbia è un libro difficilissimo da studiare e da leggere da soli, ed egli stesso, che era un sacerdote, ammetteva di trovarvi aspetti nuovi a ogni rilettura e quindi nuove lezioni.

Nessuno si sognerebbe di affrontare Il Capitale di Karl Marx senza avere alle spalle dei solidi studi di filosofia e di economia, ma nel presente – purtroppo – non possiamo dire altrettanto delle Sacre Scritture, dal momento che un qualsiasi saltimbanco progressista si può permettere di interpretarle e deformarle a suo piacimento (si pensi a un Corrado Augias), magari con il proposito di recare il maggior danno possibile ai semplici, che non sempre possono giovarsi di un buon parroco preparato.

Don Bosco, però, ci ha donato un ausilio per imparare e cercare di capire: la Storia Sacra, ristampata nel 2016 dalle edizioni Amicizia Cristiana. Il volume è scritto nell’italiano del tempo dell’autore, ma resta perfettamente comprensibile, offrendoci non solo un riassunto dell’Antico e del Nuovo Testamento, ma anche delucidazioni sintetiche e facili da assorbire, nonché spiegazioni di nomi, termini e avvenimenti a cui ai giorni nostri alcuni catechisti non prestano sufficiente attenzione.

Altri teologi hanno prodotto opere superiori, certamente, ma questo lo riconosceva sempre Don Bosco, che era un uomo di grandissima modestia.

Giovanni Bosco per noi carlisti è un Santo speciale, perché guardò con speranza a Carlo VII e predisse la vittoria delle forze tradizionaliste. Sarebbe una bella abitudine per un giovane carlista leggere un suo libro all’anno, del resto la sua produzione è vastissima e va dai catechismi, alla storia, alla drammaturgia.... Se nei suoi saggi ci sono delle imprecisioni ci basta riconoscerle (in centoquarant’anni è normale che gli studi siano progrediti), anche un Santo può sbagliare, e si può anche sbagliare senza cessare di essere giusti.

Il contenuto della Storia Sacra ci illumina su come dobbiamo comportarci in questa nostra era; il riassunto della storia di Noè è un esempio valido per il nostro presente: «Iddio diede a Noè l’ordine di fabbricarsi l’arca 120 anni prima del diluvio, concedendo tutto quel tempo agli uomini per convertirsi. In pari tempo gli ordinò di predicare loro la giustizia, per chiamarli a pentimento; ma fu tutto invano. Udirono le minacce e le esortazioni di lui, lo videro fabbricare l’arca senza restarne punto commossi; anzi si abbandonarono alle gozzoviglie ed ai piaceri». La conoscenza delle Sacre Scritture deve essere la nostra arca nel diluvio della modernità, catastrofe creata dall’uomo e su cui non abbiamo certezze in merito alla durata. Siamo stati avvertiti, sta a ognuno di noi prepararsi e sentirsi in pace con il Signore.

«Il cielo e la terra passeranno, ma le sue parole non passeranno» (Matteo 24,35), questa è la certezza che ci è stata data, la Chiesa esisterà sempre: «È proprio della Religione cristiana essere sempre combattuta» spiega Don Bosco, «ma essere sempre vittoriosa, perché ella ha Dio per autore, Dio che l’assiste e la proteggerà sino alla fine dei secoli. Onde nelle persecuzioni non si ha a temere per la Religione, ma solo per gli uomini, che sono esposti a gravi pericoli».

Riccardo Pasqualin


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