domenica 27 novembre 2022

Presentata la Collana di Studi Carlisti

Lo scorso sabato 26 novembre, presso il Museo Diocesano di Gaeta, si è tenuta la prima presentazione della Collana di Studi Carlisti (Edizioni Solfanelli, Chieti), giunta in quattro anni a pubblicare undici ben selezionati titoli (ma altri ne sono in arrivo), colmando quindi una grave lacuna nell’editoria italiana, che fino ad ora non aveva altra pubblicazione che il saggio Il Carlismo. Storia di una tradizione controrivoluzionaria nella Spagna contemporanea di Jordi Canal (Guerini, Milano 2011), interessante ma incompleto, in quanto incapace di offrire al lettore una visione completa della realtà del Tradizionalismo ispanico, cioè del Carlismo.

Alla presentazione hanno partecipato il professor Miguel Ayuso, presidente del Consiglio di Studi Ispanici Filippo II; lo studioso Francesco Maurizio Di Giovine, Delegato della Comunione Tradizionalista nella Penisola italica ed autore di uno dei saggi presentati, Breve storia del Carlismo nella Penisola italica; e Gianandrea de Antonellis, direttore della collana e curatori di alcuni volumi. L’incontro è stato moderato dal dottor Diego Benedetto Panetta, nativo di Gaeta, che ha sottolineato il valore aggiunto di effettuare la presentazione in un luogo come la Sala dell’Orologio del Museo Diocesano di Gaeta, dati i legami della città costiera con la tradizione e l’ispanità e data, in particolare, la presenza, nelle sale museali, dello stendardo dell’Armata cristiana che combatté a Lepanto.

In questi anni la Collana di Studi Carlisti ha pubblicato quattro tipi di testi: dottrinari, storici, documentali e letterariTesti documentari sono L’antitesi perfetta della Rivoluzione che raccoglie gli articoli che la «Civiltà Cattolica» dedicò alla terza guerra carlista (1872-1876) e La legittimità di origine, con numerosi interventi su quello che è un punto cardine del pensiero carlista e che lo distingue dagli altri tradizionalismi: il ritenere che un Re non sia tale solo per questioni di discendenza da una stirpe regale, ma anche per come si comporta. Di conseguenza, se opera male, può (anzi, deve) essere rimosso.

Dei testi dottrinari fanno parte Il Carlismo di Francisco Elías de Tejada e Rafael Gambra, che esprime i punti politici del pensiero tradizionalista ispanico; La monarchia sociale e rappresentativa di Rafael Gambra, che sintetizza il pensiero dell'illustre pensatore Juan Vázquez de Mella; Le radici della modernità di Francisco Elías de Tejada, curato da Giovanni Turco; Il problema dell’Occidente e i Cristiani di Frederick Wilhelmsen e Carlismo per Napolitani di Gianandrea de Antonellis.

Testi storici sono stati la Breve storia del Carlismo di Melchor Ferrer Dalmau, che sintetizza ben sessanta volumi di raccolta di documenti relativi al Carlismo fin dalle sue origini e la citata Breve storia del Carlismo nella Penisola italiana di Francesco Maurizio Di Giovine.

Infine testi letterari sono stati il romanzo I diamanti della Principessa di Beira (1874) e il dramma Don Pedro di Elisonda (1901), quastultimo curato da Riccardo Pasqualin. La loro pubblicazione è dovuta – oltre al valore intrinseco dellopera, alla consapevolezza del ruolo che la letteratura può avere come strumento di divulgazione delle buone dottrine e infine anche al valore che tali testi hanno come testimonianza dell'interesse verso il Carlismo nella Penisola italica.

Colmata la grave lacuna delleditoria in lingua italiana sul Carlismo, finalmente è possibile avere una idea completa di ciò che il Tradizionalismo ispanico ha rappresentato e continua ancora a rappresentare.

La manifestazione, realizzata con il patrocinio morale del Comune di Gaeta e del Consiglio di Studi Ispanici Filippo II, si è conclusa con una interessante visita guidata al Museo Diocesano e con una cena conviviale alla quale hanno partecipato i relatori e alcuni presenti tra il pubblico, che hanno approfittato dell’occasione per rivolgere numerose domande in particolare al professor Ayuso, che ha chiarito la visione del Carlismo sopra molti punti controversi.

La conferenza è stata registrata grazie alla presenza di Claudio Saltarelli, che ne ha assicurato la prossima pubblicazione sul canale dell’associazione “Alta Terra di Lavoro” presente su YouTube.


Da sinistra: Gianandrea de Antonellis, Miguel Ayuso e Maurizio Di Giovine
davanti al glorioso stendardo di Lepanto

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