Lo scorso sabato 26 novembre, presso il Museo Diocesano di Gaeta, si è tenuta la prima presentazione della Collana di Studi Carlisti (Edizioni Solfanelli, Chieti), giunta in quattro anni a pubblicare undici ben selezionati titoli (ma altri ne sono in arrivo), colmando quindi una grave lacuna nell’editoria italiana, che fino ad ora non aveva altra pubblicazione che il saggio Il Carlismo. Storia di una tradizione controrivoluzionaria nella Spagna contemporanea di Jordi Canal (Guerini, Milano 2011), interessante ma incompleto, in quanto incapace di offrire al lettore una visione completa della realtà del Tradizionalismo ispanico, cioè del Carlismo.
Alla presentazione hanno partecipato il professor Miguel Ayuso, presidente del Consiglio di Studi Ispanici Filippo II; lo studioso Francesco Maurizio Di Giovine, Delegato della Comunione Tradizionalista nella Penisola italica ed autore di uno dei saggi presentati, Breve storia del Carlismo nella Penisola italica; e Gianandrea de Antonellis, direttore della collana e curatori di alcuni volumi. L’incontro è stato moderato dal dottor Diego Benedetto Panetta, nativo di Gaeta, che ha sottolineato il valore aggiunto di effettuare la presentazione in un luogo come la Sala dell’Orologio del Museo Diocesano di Gaeta, dati i legami della città costiera con la tradizione e l’ispanità e data, in particolare, la presenza, nelle sale museali, dello stendardo dell’Armata cristiana che combatté a Lepanto.
In
questi anni la Collana di Studi Carlisti ha pubblicato quattro tipi di
testi: dottrinari, storici, documentali e letterari. Testi
documentari
sono L’antitesi perfetta della Rivoluzione che raccoglie
gli articoli che la «Civiltà Cattolica» dedicò alla terza guerra carlista
(1872-1876) e La legittimità di origine, con numerosi interventi
su quello che è un punto cardine del pensiero carlista e che lo distingue dagli
altri tradizionalismi: il ritenere che un Re non sia tale solo per questioni di
discendenza da una stirpe regale, ma anche per come si comporta. Di
conseguenza, se opera male, può (anzi, deve) essere rimosso.
Dei
testi dottrinari fanno parte Il Carlismo di
Francisco Elías de Tejada e Rafael Gambra, che esprime i punti politici del
pensiero tradizionalista ispanico; La monarchia sociale e rappresentativa
di Rafael Gambra, che sintetizza il pensiero dell'illustre pensatore Juan Vázquez de Mella; Le radici della modernità di Francisco
Elías de Tejada, curato da Giovanni Turco; Il problema dell’Occidente e i Cristiani di
Frederick Wilhelmsen e Carlismo per Napolitani di Gianandrea de
Antonellis.
Testi
storici
sono stati la Breve storia del Carlismo di Melchor Ferrer Dalmau,
che sintetizza ben sessanta volumi di raccolta di documenti relativi al
Carlismo fin dalle sue origini e la citata Breve storia del Carlismo nella Penisola italiana di Francesco Maurizio Di Giovine.
Infine testi letterari sono stati il romanzo I diamanti della Principessa di Beira (1874) e il dramma Don Pedro di Elisonda (1901), quast’ultimo curato da Riccardo Pasqualin. La loro pubblicazione è dovuta – oltre al valore intrinseco dell’opera, alla consapevolezza del ruolo che la letteratura può avere come strumento di divulgazione delle buone dottrine e infine anche al valore che tali testi hanno come testimonianza dell'interesse verso il Carlismo nella Penisola italica.
Colmata la grave lacuna dell’editoria in lingua italiana sul Carlismo, finalmente è possibile avere una idea completa di ciò che il Tradizionalismo ispanico ha rappresentato e continua ancora a rappresentare.
La
manifestazione, realizzata con il patrocinio morale del Comune di Gaeta e del
Consiglio di Studi Ispanici Filippo II, si è conclusa con una interessante visita
guidata al Museo Diocesano e con una cena conviviale alla quale hanno
partecipato i relatori e alcuni presenti tra il pubblico, che hanno approfittato
dell’occasione per rivolgere numerose domande in particolare al professor Ayuso,
che ha chiarito la visione del Carlismo sopra molti punti controversi.
La
conferenza è stata registrata grazie alla presenza di Claudio Saltarelli, che
ne ha assicurato la prossima pubblicazione sul canale dell’associazione “Alta Terra di Lavoro” presente su YouTube.
davanti al glorioso stendardo di Lepanto
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