I quattro pilastri della Tradizione
Recensione a Non nova, sed noviter (2022) di Aurelio Porfiri
Cosa è la Tradizione? Lorenzo Maria Pacini, nella sua
prefazione, ricordando la sua etimologia (dal verbo latino tradĕre e
cioè “tramandare”, “trasmettere”) afferma che «possiamo intenderla come ciò
che viene trasmesso di generazione in generazione, in una continuità ideale che
non si interrompe nonostante l’incedere della Storia; di più, però, la
Tradizione è anche una dimensione metafisica, perché è il canale di
comunicazione che lega Dio all’umanità attraverso i secoli» (p. 1).
Attualmente viviamo in un tempo in cui uno stile di vita e di pensiero anti tradizionale predomina, ed è per questo che chi si dice tradizionalista dovrebbero operare per difendere attivamente l’essenza della Tradizione e il suo rispetto.
Per farlo è necessario riflettere su quelli che sono i
fondamenti della tradizione, quelli che questo libro definisce i “quattro
pilastri della tradizione”.
Quali sono tali pilastri? Porfiri li individua in: Autorità,
Obbedienza, Antichità e Continuità.
Autorità. «Ogni tradizione procede da una autorità
che la convalida, altrimenti essa si poggerebbe sul vuoto. Ecco perché nel
cattolicesimo distinguiamo fra tradizione divina, apostolica ed ecclesiastica
[…] L’idea di tradizione, come sappiamo, ha implicito il concetto che qualcosa
è passato a qualcun altro. Se non ci fosse una idea di autorità alla fonte del
passaggio, si renderebbe la tradizione in un certo senso senza fondamenta. L’auctoritas
secondo il diritto romano era quel potere che garantiva l’efficacia di certe
leggi o norme. Allo stesso modo la tradizione che non avesse autorità
mancherebbe anche di forza» (p. 11).
Riconoscere il concetto di autorità (ben diverso da quello
di autoritarismo) è quindi fondamentale per ritrovare se stessi e riconoscere
l’ordine naturale.
Obbedienza. Dall’autorità segue necessariamente
l’obbedienza. Nel caso del cattolicesimo significa che «anche la Chiesa deve
obbedienza alla tradizione e non è autorizzata a manipolarla o negarla, ma può
solo interpretarla in continuità con la stessa. Se si dicesse che un segno di
continuità con la tradizione del celibato ecclesiastico sarebbe quella di
permettere ai preti di sposarsi, non sarebbe una interpretazione ma un
sovvertimento» (p. 19).
Antichità. Al termine di un denso capitolo dedicato
al concetto di tradizione all’interno del Concilio di Trento (e poi del
Vaticano II), Porfiri dimostra come l’antichità sia «un arricchimento, non un
impedimento» (p. 38).
Continuità. Si tratta di un altro punto fondamentale,
spiegato con un eccellente esempio: «Noi siamo tenuti in vita perché
respiriamo. Se non respiriamo per una manciata di secondi già possono
cominciare seri problemi» (p. 39).
Ecco perché è grave l’interruzione della continuità (e
perché è importante evitare il rischio di conservare le ceneri, anziché il
fuoco) e perché non bisogna confondere il tradizionalismo con la nostalgia.
La vera tradizione, infatti, vuole consegnare alle
generazioni future il meglio del passato, ponendo le basi di un continuo
miglioramento, impossibile invece se si vuole fare una rivoluzionaria tabula
rasa.
«La tradizione non è certamente un impedimento al progresso,
anzi ne è la premessa indispensabile» (p. 44) è l’eccellente conclusione
dell’autore,
Aurelio Porfiri (Roma, 1968), musicologo e musicista (è stato anche organista presso la basilica di San Pietro a Roma, attualmente è incaricato presso San Benedetto in Piscinula), direttore della rivista di liturgia, musica sacra e cultura cattolica «Altare Dei», nel 2013 ha fondato la casa editrice Chorabooks, specializzata in temi religiosi e sulla storia della Chiesa attuale (che conta già circa 100 titoli all’attivo).
Tra i suoi altri titoli vanno ricordati La Messa
cattolica. Passi per ripristinare la centralità di Dio nella liturgia (2022),
scritto assieme a Mons. Athanasius Schneider; Decadenza. Le parole d'ordine
della Chiesa postconciliare (2020), con contributi di Aldo
Maria Valli e Marcello Veneziani; La cruna dell'ago. Dialoghi su
etica, economia e Cristianesimo (2020) a più mani (tra cui
quella di Stefano Fontana); Un canto nuovo. La musica sacra nel sesto
capitolo della Sacrosanctum Concilium (2021) e Cantate inni con
arte e con suono melodioso. Riflessioni sulla tradizione romana e sul coro
della Cappella Sistina (2020), tutti apparsi con Chorabooks.
Gianandrea de Antonellis
AURELIO PORFIRI
Non nova, sed noviter. I quattro pilastri della
tradizione
Chorabooks, Hong Kong 2022,
p. 48, € 8,31 [ebook: €
4,99]
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