L’inaffidabilità dei modelli climatici
In questi ultimi giorni, al solo fine di alzare i toni sulla crisi climatica, i soliti soloni hanno paragonato l’ondata di caldo al Covid al fine di passare dall’idea di “crisi” alla parola “emergenza”. In tale maniera, il clima si accosta al concetto di pandemia. Si! Una pandemia da caldo! A quale scopo? Tutti ricorderanno che la pandemia da Covid modificò le abitudini della società civile in modo drastico. Con la scusa del caldo, in futuro, può ripetersi lo stesso fenomeno. Tutto in omaggio ai desiderata della Commissione Europea e in ossequio alle idee comunitarie per risparmiare energia e sostenere la transizione green.
Recentemente, un parlamentare italiano della sinistra ha annunciato l’imminente presentazione di una proposta di legge per introdurre il reato di negazionismo climatico. È una dichiarazione di guerra contro tutti coloro che non accettano i dogmi ufficiali sui cambiamenti climatici. È il trionfo della fattoria degli animali, nel suo variegato arcobaleno ideologico, legato alle idee di Bruxelles sulla transizione green. Il parlamentare che intende presentare la proposta di legge negazionista è un illustre Carneade di manzoniana memoria, che vuol farsi conoscere ed apprezzare come un grande salvatore della società, ma non propone nulla di nuovo. Perché da anni il quotidiano britannico Guardian utilizza il termine negazionista per colpire studiosi, intellettuali e commentatori che manifestano perplessità sulla narrazione del disastro climatico quotidianamente ribadito dalla élite ideologica progressista al potere.
Il tenente colonnello Guido Guidi, meteorologo dell’Aviazione Militare, nonché volto noto della televisione pubblica, in una intervista apparsa sul quotidiano La Verità del 22 luglio 2023 ed autorizzata dallo Stato Maggiore dell’Arma stessa, su precisa domanda se stiamo attraversando l’estate più calda della storia dell’umanità, ha risposto: «No. Se prendiamo in considerazione l’andamento delle temperature nei secoli in una zona piccola come la nostra è oggettivamente impossibile dire una cosa del genere». L’alto ufficiale, il quale è rigorosamente documentato, afferma che negli ultimi decenni si è registrato un aumento della temperatura media della superficie del pianeta, ma i record veri sono rari ed infrequenti. Tutto ciò per dire che nessun anno è uguale all’altro e che ogni stagione registra fasi più fresche e più calde che ne diversificano il clima. Per il tenente colonnello Guidi l’evoluzione climatica è raccontata con una accezione tutta mediatica. Ed infatti non è un caso leggere frasi del tipo: “bolla di fuoco sul mediterraneo”; “anticiclone Caronte”; “anticiclone Lucifero”; “caldo record”; “pianeta in ginocchio”. Termini estranei ai meteorologi ma, che, purtroppo, diventano nei giornali allarmi biblici. Il citato ufficiale, giustamente, classifica come appartenenti alla sociologia e non alla meteorologia le espressioni: riscaldamento globale o emergenza climatica, che si ascoltano ripetutamente in tutte le televisioni. Ma questi sono toni apocalittici e non informazioni di norma.
In parole povere, il clima è utilizzato per indurre le follie della transizione green. E tutto avviene all’insegna di un terrorismo lessicale. Dai giornali apprendiamo che abbiamo vissuto il giorno più caldo (in riferimento a cosa, non si dice); il fine settimana più rovente (rispetto a quale altro fine settimana, nono si sa); i morti per il caldo non si contano; il virus mortale africano comparirà in Europa per colpa del caldo (possibile?). E, naturalmente, per aggiungere una buona dose di paura, apprendiamo che è imminente l’arrivo di Caronte che infuocherà la penisola, con picchi in Sardegna fino a 48 gradi. In breve, per i sostenitori del riscaldamento climatico siamo prossimi alla catastrofe ambientale.
Nei talk show televisivi non mancano voci critiche sul cambiamento climatico, me non riescono ad imporsi. Esse vengono puntualmente interrotte e zittite, presentate come espressioni dei ciarlatani, e sonoramente squalificate con la formula, peraltro falsa, secondo la quale “tutta la scienza concorda sul cambiamento climatico”.
Proprio come al tempo del Covid, ci dicono che dobbiamo fare in fretta, altrimenti siamo negazionisti. Eppure, i meteorologi ci richiamano alla tranquillità. Il loro invito alla calma non è ascoltato. I giornali quotidiani asserviti alla Rivoluzione continuano ad esercitare un clima di terrore trasformando l’eccessivo caldo estivo in un cataclisma di proporzioni bibliche. Sul quotidiano Repubblica, in prima pagina, è comparso il seguente titolo: «Caldo record, il Pianeta in ginocchio». Lo slogan è ossessivo e ripetitivo: “Se non ci decidiamo a limitare o a cancellare del tutto le emissioni di CO2 ci condanniamo a morte”.
Ma come è possibile, se il dogma del caldo che diventa killer viene smentito dai numeri? L’allarmismo scatenato non è basato su motivi reali. Ma il pensiero a senso unico continua a sostenere che la mortalità di questa estate è causata dal caldo insopportabile. E così, nonostante la realtà, continuiamo a leggere le calunnie di volterriana memoria: “strage del clima”, “è il caldo che uccide”. Il lavaggio del cervello è garantito. L’emergenza è l’elemento di comodo, utilizzato per forzare la mano al legislatore. Perché è chiaro che in assenza di un panico generalizzato, una legge per combattere il preteso cambiamento climatico, non passerebbe mai.
“La strage causata dal clima” è il tormentone di questa estate. Con una sicurezza che ci lascia basiti, i santoni climatici sostengono che vi è una diretta correlazione tra la corrente mortalità ed il surriscaldamento del pianeta.
Allora, si chiede Mario Giordano, perché, al tempo del Covid «dopo la pubblicazione di alcuni studi internazionali, un collegamento fra la crescita della mortalità e la vaccinazione di massa è stato sepolto sotto un coro di fischi e insulti da parte dei santoni della scienza, noti seguaci della setta Pfizer & C.»? (La Verità, 14 luglio 2023). È stato affermato: “Non si può dire!”, “Impossibile dimostrarlo”. “Non esiste prova di correlazione con alcunché”. Poi, all’improvviso, gli stessi santoni e gli stessi giornali affermano con sicurezza che è il caldo a causare la morte. La correlazione è evidente!!! (?)
Cosa dire? Quella che era ed è l’assoluta normalità estiva viene spacciata per emergenza mondiale. Ciò che era impossibile da dimostrare fino a qualche tempo fa, ora è diventata una verità che non è possibile mettere in discussione. Il boom delle vittime attribuito al caldo è subito diventato un dogma. Il “dubbio” che si invoca di fronte alle affermazioni imperanti del tempo presente, non ha più cittadinanza. È roba da negazionisti. Ci viene in mente una profetica affermazione di Sant’Antonio Abate: “Verrà un tempo in cui gli uomini impazziranno, ed al vedere uno che non sia pazzo, gli si avventeranno contro dicendo: tu sei pazzo”.
No. Non siamo pazzi, anche se ce lo diranno. Affrontiamo la vita come una sfida e non come una minaccia. Settori scientisti ci vogliono far vivere in un perenne stato d’ansia. Ma non ci riusciranno perché l’amore per la libertà ci tutelerà. Con il sostegno della preghiera e l’aiuto del Signore, noi affronteremo la sfida climatica e cammineremo lungo la strada della tranquillità interiore.
Sicuramente le conseguenze saranno positive.
Dott. Francesco Maurizio Di Giovine
Commendatore dell’Ordine
della Legittimità Proscritta
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