venerdì 7 luglio 2023

Il Portastendardo di Civitella del Tronto n. 25 (luglio 2023)

 L’aggressione al dissenso




La limitazione della libertà in nome del diritto alla salute, ha origini lontane nel tempo e nella storia. Essa nasce dall’idea di cambiare l’essere umano e creare il paradiso in terra eliminando chi si oppone. Questa idea fu generata dall’Illuminismo e fatta propria da Carlo Marx. 
L’anno della pandemia che ci siamo lasciati alle spalle sarà ricordato per aver compresso le libertà fondamentali nel nome del diritto alla salute. Quel tempo ha introdotto nella storia della nostra civiltà l’uso di nuove tecnologie, le cosiddette APP, per il tracciamento della vita individuale. In tal modo, si è potuta confermare la correlazione già esistente tra lo sviluppo della tecnologia e il restringimento dei diritti. O meglio, abbiamo assistito al tentativo di sopprimere il dissenso in nome della scienza. 
I poteri politici, accademici e mediatici di un certo filone ideologico si sono coalizzati in nome della guerra al Covid e negli ultimi due anni hanno condotto delle azioni che hanno prodotto effetti devastanti. Siamo stati terrorizzati da un messaggio allarmante: era giunta l’era delle pandemie. Ma, stranamente, non si è mai detta una parola sullo spostamento frenetico ed incontrollato dell’umanità da aree ad alto rischio sanitario verso altre aree vulnerabili. (Le contraddizioni della scienza). 
Tante persone sono state allontanate da numerosi parenti, amici e conoscenti che non li hanno più riconosciuti per non aver manifestato il dissenso dalla pratica vaccinale. L’affetto di un tempo ha lasciato il posto all’indifferenza, se non al rancore. I rapporti affettivi sono stati sradicati dalla propaganda, dalle minacce e dagli insulti in diretta televisiva. I media hanno esercitato un’azione di emarginazione e colpevolizzazione del dissenso prive di motivi sensati. Quel che ci rende solidali con il prossimo sono i rapporti affettivi ed empatici estesi a decine di conoscenti abituali o occasionali di cui condividiamo l’allegria e la tristezza, la passione e lo sdegno, la speranza e la delusione. Di tutto ciò è stata fatta tabula rasa. Abbiamo dovuto registrare tante distruzioni affettive: ed allora, di una famiglia, di un gruppo di amici, di una comunità, non è restato che un mucchio di stracci. Manca solo un passo per raggiungere il perfetto processo diabolico: dichiarare i dissenzienti matti per poter somministrare loro farmaci adeguati. 
L’oligarchia finanziaria e l’élite cognitiva coalizzati nella guerra al Covid condividono la religione progressista, quella dei nuovi diritti, del globalismo, della redistribuzione delle risorse attraverso il reddito garantito. Questa oligarchia difende l’ideologia che racchiude i principii liberali ed individualisti e che le consente di dominare la società. Non a caso, l’élite cognitiva di questa ideologia è estremamente intollerante verso chi avanzi solo dei dubbi nei confronti della religione progressista. La quale, divenuta dominante, reprime ed isola i dissidenti, identificati prevalentemente nella classe media che l’oligarchia cerca da tempo di distruggere. Avanza una nuova oligarchia nata dal connubio di settori finanziari e manageriali ai quali si accede per chiamata. Stiamo assistendo alla nascita di un nuovo clero formato da intellettuali in senso gramsciano, che giustificano e legittimano l’ordine della gerarchia finanziaria come naturale. Una élite cognitiva costituita da uomini di spettacolo e dei media, i due orizzonti avendo inglobato quelli dell’intellettuale tradizionale (scrittura, giornalismo, università, ecc. ). 
La paura di un virus planetario ci ha obbligati a chiuderci in casa per mesi. Tempo in cui ci siamo affidati alle tecnologie che ci hanno fatto vivere in nome di una paura penalizzante. In tutto questo tempo, che per molti è stato drammatico, a farla da padroni sono stati i fanatici della scienza, gli idolatri della espertocrazia. 
Stiamo vivendo il tempo della decadenza nella quale la vecchia Europa è sprofondata. E, ormai priva di forze, si adagia su una poltrona della grande casa di riposo della storia in attesa dell’arrivo di un figlio o nipote che si degni di chiedere un’eutanasia per risolvere la questione una volta per sempre. L’esistenza dei vecchi, in questa triste società, è priva di ruolo perché i vecchi non comprano più cose e non fanno più viaggi. Avviarli al gran rito della rottamazione è un atto di massima bontà, da spingere lo Stato a legiferare in materia di eutanasia per sollevare i figli della responsabilità di ammazzare i padri. È il trionfo del materialismo progressista non più interessato alla testimonianza del tempo passato. 
Un eminente uomo politico ha dichiarato in televisione che chi non si vaccina muore. Qualcuno, con un sopravvissuto senso critico, ha replicato molto opportunamente che stava tornando a vivere il tempo in cui fu varato il Titanic. Anche allora, a farla da padroni furono i fanatici, gli idolatri della espertocrazia. Si disse: il futuro è rassicurante con le nuove tecnologie; a bordo del Titanic il panorama è piacevole e il passeggero quasi non si accorge di trovarsi in una situazione di minore libertà. In caso di pericolo, dove poteva andare? Ed infatti non appena apparvero all’orizzonte gli iceberg e le isole dalle bocche di fuoco, la storia cambiò radicalmente. Il Titanic è l’emblema della superiorità arrogante della scienza e della tecnica. La costruzione del transatlantico dal nome grandioso, potente, metteva in evidenza il dispiegamento dello sviluppo industriale e scientifico di fronte al quale l’uomo si inchinava. Oramai il futuro era tutto nelle mani della scienza. L’uomo non aveva più alcuna capacità di reagire di fronte alla sua potenza. Ma…… c’è sempre un ma, in ogni storia. Il naufragio del Titanic, avvenuto in modo imprevedibile, costituì l’affondamento dell’idea stessa di progresso e di affidamento cieco nella scienza. L’affidabilità della tecnica fu turbata da questo terribile incidente. Al baldanzoso ottimismo, subentrò il panico; al massimo lusso, la distruzione; all’automatismo, la catastrofe. 
Mettiamoci, allora, con grande fiducia, nelle mani della Divina Provvidenza. 
 
Il Presidente degli Incontri 
Tradizionalisti di Civitella del Tronto
Dott. Francesco Maurizio Di Giovine
Commendatore dell’Ordine 
della Legittimità Proscritta


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