martedì 7 dicembre 2021

Il Portastendardo di Civitella del Tronto n. 6

 


La paura


Per Chateaubriand, i saggi della Grecia vedevano gli uomini sotto il profilo morale, mentre i philosophes del suo tempo li vedevano in base ai legami politici. I primi volevano che il governo derivasse dai costumi, i secondi che i costumi scaturissero dal governo. Con questi paragoni, Chateaubriand intende criticare e respingere la cultura dell’illuminismo. La quale è all’origine di una parola che detterà le future regole del ragionamento: il pregiudizio.

Se ne accorse Ignazio Lorenzo Thjulen che ne spiegò la definizione poi entrata nell’uso corrente, nel suo Nuovo vocabolario filosofico-democratico. In origine, l’etimologia della parola conteneva la definizione e cioè «giudizi formati prima di aver adoprato la dovuta riflessione, o senza esame». Ed ecco la nuova lettura: i democratici fautori della rivoluzione francese, nell’introdurre la manipolazione del linguaggio, misero fra i pregiudizi la religione, l’onestà, i costumi e la ragione. Così, definendo pregiudizi questi valori, i novatori raggiunsero lo scopo di “far paura agli sciocchi”.

Ed eccoci al tema centrale della riflessione: la paura. Essa è la costante che accompagna da sempre la Rivoluzione. Vale a dire la ribellione contro la legittimità del potere. Accadde durante la rivoluzione francese con l’utilizzo della ghigliottina; accadde durante le rivoluzioni europee del 1848 che in nome del liberalismo iniziarono a perseguitare tutti coloro che furono definiti “uomini dell’ancien régime”. Accadde a Roma il 20 settembre 1870 quando al seguito dell’esercito italiano che occupò la città santa entrarono quindicimila malfattori con il compito di far esporre le bandiere tricolori ai balconi e gettare nel Tevere i pochi frati e suore che si incontravano. Accadde ancora nel XX secolo con la rivoluzione bolscevica in Russia che terrorizzò le popolazioni con la violenza e gli assassinii ed altrettanto fece il Nazionalsocialismo tedesco.

Il potere, quando non scaturisce dalla legittimità, usa la paura per ottenere il mancato consenso che deriva sempre e soltanto dalla legittimità. Allora il potere genera la paura che si manifesta con la demonizzazione del dissenso. Tutto ciò costituisce il terrore. Come? Con la denigrazione dell’avversario che viene trasformato in nemico del bene comune. Ne è un esempio lampante la critica alle vaccinazioni contro il dilagante Corona virus. Ebbene, il progressismo imperante, erede dell’illuminismo, ha stabilito che chi rifiuta le vaccinazioni surrettiziamente forzate è un cospiratore ed un negazionista. In altri termini, i critici dell’attuale gestione della pandemia sarebbero dei malati di mente. Per cui si giunge alla patologizzazione del dissenso. Il quale è trasformato in crimine e per questo motivo legato alla patologia mentale. Non a caso si giunge a leggere sulla stampa qualunquista che chi contesta il green pass è un complottista, è un soggetto in preda a turbe e credenze irrazionali. E la cosiddetta mancanza di razionalità è indice di follia. Così nasce il pregiudizio verso chi dissente. Infatti, le tesi dei “complottisti”, per i neo illuministi sono “aberranti”, non sbagliate, non discutibili, no. Sono aberranti!

Ogni persona che dissente diventa automaticamente “deviante” e quindi viene derisa e degradata. L’idea di esprimere dubbi sui dogmi sanitari suscita l’ironia degli editorialisti del pensiero corretto, sempre pronti a schierarsi sul fronte dei giusti, dei “sani”.

La paura e l’emotività sono alla base di questo triste gioco al massacro. Il dubbio non ha cittadinanza. Deve essere soppresso ed al suo posto deve trionfare l’obbedienza acritica verso le verità dei virologi di turno.

La storia, periodicamente, ha conosciuto tempi di oscurità. Perciò non si deve cadere nell’angoscia. Pensiamo a quanto accadde in Andalusia ai tempi della occupazione musulmana con l’applicazione della dhimmitudine verso i cristiani e gli ebrei sottomessi. Gli “infedeli” erano tollerati, ma erano a tutti gli effetti degli inferiori. Erano sottoposti a restrizioni, umiliazioni, punizioni severe. Essi non potevano accedere ad alcuni luoghi, riservati soltanto ai seguaci della “vera” fede. Cosa c’è di nuovo sotto il sole? Nulla.

La paura genera la paralisi della mente e porta alla sottomissione verso il pensiero dominante. Che fare, dunque? Tirar fuori dal proprio animo il coraggio. Che non è altro se non l’affermazione della propria missione terrena nella certezza che esiste una vita eterna dopo la morte del corpo.

Negli anni '70 del vecchio secolo, quando ero ragazzo ed avevo già maturato delle idee politiche che col tempo ho solamente perfezionato, nel mio piccolo mondo politico, non sottomesso al “politicamente corretto” si cantava un motivo che ripeteva queste strofe:

“se tu dai retta alla gente

ti troverai nelle mani

un poco meno di niente”

e concludeva:

“Ama la tua tristezza e il tuo orgoglio

di essere solo ad essere come sei,

cammina per la tua strada

senza guardare nessuno,

senza badare a quello che fanno gli altri”. 

Non è cambiato molto da quegli anni e spesso mi convinco di essere stato preparato dalla “sorte” a dire di No quando le masse rispondono di alle sirene di questo mondo.

Dott. Francesco Maurizio Di Giovine
Commendatore dell’Ordine della Legittimità Proscritta
Presidente degli Incontri Tradizionalisti di Civitella del Tronto


 


 


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