Quando Napoli e Madrid combattevano assieme
È stato dato alle stampe I napoletani nella Guerra dei
Trent’anni di Angelo D’Ambra (D’Amico, Nocera Superiore 2024), un
approfondimento sulla cultura militare della Napoli spagnola, gli uomini e le
battaglie di tercios e cavalleria napoletana nel teatro del conflitto
lungo e complesso della Guerra dei Trent’anni. Il libro non tace gli sforzi
finanziari e organizzativi, discorre di battaglie e comandanti carismatici. Prima
di immergersi nei campi di battaglia della Guerra dei Trent’Anni, l’autore si
sofferma sulla letteratura, la poesia e la trattatistica militare del Seicento,
indaga sulla cultura guerresca napoletana e le sue tracce nella pittura e nella
scultura dell’epoca fatta di grandi nomi come Aniello Falcone, Andrea de Lione,
Salvator Rosa, Giuliano Finelli e Giulio Mencaglia.
Lungo tutto il Seicento, il Regno di Napoli nutrì un’alta devozione per la spada, il duello e la cavalleria e questa Napoli bellicosa, fatta di eccellenti maestri di scherma ed equitazione che furono spesso chiamati alla corte di Madrid e destinati alla formazione dei virgulti dell’aristocrazia spagnola, fu largamente apprezzata sui campi di battaglia tanto che i suoi soldati furono gli unici, tra le truppe ispaniche, a potersi fregiarsi della banda roja, ornamento di grande prestigio ma riservato esclusivamente agli Spagnoli.