venerdì 16 luglio 2021

Il Marocco e i paradossi dei progressisti italici

Il progressista è una creatura bizzarra, ama presentarsi come il più buono tra gli uomini e il difensore degli oppressi, ma, ligio alla logica di Machiavelli, pone sempre i suoi interessi elettorali ed economici davanti alla sua stessa coerenza.

In questi giorni nel Veneto alcuni musulmani vicini al Partito Democratico si sono dichiarati contrari al Ddl Zan. Il sodalizio è finito? I vecchi amici hanno litigato?

I progressisti italici più informati rischiano di andare seriamente in confusione, ma fino ad ora la loro risposta alla “defezione islamica” è stata il silenzio. Davvero nessuno tra loro aveva immaginato di essersi allevato una serpe in seno?

Un altro esempio di ipocrisia dei “nostri” liberal è la loro abitudine a sbraitare contro i “nemici dellEuropa”, eppure, come tutti i lettori sapranno, la Spagna ha recentemente subito gravi mancanze di rispetto e veri e propri attacchi da parte del governo marocchino, ma nessun progressista si è lamentato. Taluni nemici sono meno nemici degli altri…

In Italia il progressismo ha uno strano rapporto con il Marocco e lo abbiamo notato anche questa settimana.

Ma facciamo prima un passo indietro. Alla fine del 2014, lallora sindaco di Padova Massimo Bitonci (Lega), rifiutò di incontrare il console marocchino Ahmed El Khdar che chiedeva uno spazio per i musulmani residenti in quella provincia del Veneto. Il primo cittadino padovano dichiarò: «Non ho alcuna intenzione di riceverlo! Da noi vige il principio di reciprocità! Quando nel mondo islamico i cristiani saranno rispettati e non perseguitati, allora ci parleremo». Sono parole discutibili sotto diversi punti di vista, poiché molto generiche, ma non è questo il punto della questione. Quellaffermazione generò una serie di commenti pieni di rabbia da parte degli elettori delle sinistre, i quali si affrettarono a scrivere che: «Il Marocco è un ottimo alleato commerciale dellItalia!», «In Marocco tutti i cristiani sono rispettati [sic!]», «Il Marocco è un paese moderato [sic!], il sindaco è razzista».

Innanzitutto sarebbe stato il caso di ricordare a queste persone che lislam è una religione, non una “razza”, e che in Marocco chi si converte al Cristianesimo rischia ancora il linciaggio. In seconda istanza sarebbe curioso sapere cosa dicono oggi quegli stessi progressisti davanti alla storia di una ragazza italo-marocchina arrestata per blasfemia nel suo paese natale.

Ci riferiamo al caso di Ikram Nazih, una giovane studentessa universitaria che, il 20 giugno 2021, appena sbarcata a Casablanca è stata fermata e incriminata per aver irriso una sura del Corano sul suo profilo Facebook, circa due anni fa. «In verità ti abbiamo dato il whiskey, e bevilo nel nome del tuo signore, puro e non mescolato con la pepsi»: sono queste le parole condivise dalla giovane, che è stata condannata a tre anni e mezzo di carcere e a pagare una pesante multa.

Al momento non ci risulta che alcun politico progressista di rilievo abbia alzato la voce contro il governo del paese islamico, né in Italia, né nel resto dEuropa.

In compenso tra i musulmani che vivono in Italia alcuni hanno voluto esprimere la loro opinione su questo fatto di cronaca: molti hanno lodato la condanna e qualcuno ha addirittura scritto che sarebbe stata meglio la pena di morte (chiunque lo può leggere, perché in rete questi commenti sono pubblici).

È davvero strano visitare i profili social di tali bizzarri personaggi: un giorno esprimono tristezza per la presunta difficoltà con cui lItalia concede la cittadinanza agli stranieri e il giorno successivo esigono unesecuzione per una frase irriverente. Ecco i «nuovi italiani», i «nuovi europei»! Che begli alleati commerciali, veramente degni della demenza liberale!

Un cattolico deve impegnarsi per combattere con le forze a sua disposizione contro gli errori, e gli orrori, dellepoca contemporanea, ma ogni tanto ci si può anche fermare per guardarsi attorno e farsi una risata (amara) davanti a questi paradossi.

Riccardo Pasqualin

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