Intervento di Gianandrea de Antonellis
al 50° Convegno di Civitella del Tronto (27 giugno 2020)
Gli Incontri Tradizionalisti di Civitella del Tronto sono nati, per iniziativa di Paolo Caucci von Saucken, cinquant’anni fa nel nome di Francisco Elías de Tejada (1917-1978).
In quanto storico delle dottrine politiche, Francisco Elías de Tejada è legato al Regno di Napoli per la monumentale opera Nápoles hispánico: con questo lavoro, Francisco Elías de Tejada svolse una rilettura critica del pensiero politico cinque-seicentesco napolitano, dimostrando testi alla mano la straordinaria ricchezza della Napoli ispanica, non solo artistica ed architettonica, ma anche intellettuale, e smentendo la leggenda nera che avrebbe voluto i secoli XVI e XVII un periodo di oppressione e sudditanza culturale.
Da
detta
rilettura critica è scaturita l’idea
di ripubblicare alcuni testi che Francisco Elías de Tejada cita e commenta, ma
che sono di difficile reperimento. Sono stati così messi a disposizione degli
studiosi dal Club di Autori Indipendenti (Castellammare di Stabia) nella
collana «Napoli imperiale ispanica» i seguenti volumi:
1.
Francesco Lanario, Il Principe bellicoso [2017], risposta
del pensiero ispano-napolitano, ovviamente cattolico, all’immorale (in senso
etimologico) scritto di Machiavelli; il lavoro ha subito una leggera revisione
del linguaggio per renderlo più fruibile al lettore nostro contemporaneo.
2.
Ottavio Sammarco, Opere politiche [2018], che ripropone il
Discorso politico sulla pace in Italia (1626), di cui esiste una sola
copia completa, presso la Biblioteca Arcivescovile di Matera; e Delle mutazioni dei Regni (1629): due
lavori di grande importanza per comprendere la visione in questioni di politica
estera di una Monarchia tradizionale.
3.
Tommaso Campanella, La Monarchia spagnola [2019, e-book],
discutibile testo, più citato che letto, che dimostra come fosse lontana la
politica tradizionale dei Re Cattolici rispetto alla visione pre-assolutista
dell’inquieto frate calabrese.
4.
Giulio Cesare Sorrentino, Napoli pacificata [2020], trascrizione
della rarissima opera teatrale (ne esiste una sola copia manoscritta,
recentemente acquistata dalla Biblioteca Nazionale di Napoli) sui moti di Masaniello
e sulla successiva “Reale Repubblica” instaurata dai Francesi nel 1647-1648, accresciuta
della trascrizione ottocentesca (di un altro esemplare manoscritto, attualmente
perduto) e da un poemetto dallo stesso titolo dedicato a Don Giovanni Giuseppe
d’Austria (1629-1679) che liberò Napoli dall’occupazione francese.
Inoltre, il Francisco
Elías de Tejada filosofo della politica – e membro autorevole del pensiero tradizionalista
ispanico, che negli ultimi secoli si è incarnato nel Carlismo, la più pura
dottrina politica tradizionale – ha ispirato la «Collana di Studi Carlisti»
presso la storica casa editrice Solfanelli di Chieti. Sono stati finora
pubblicati:
1. Francisco Elías de Tejada, Rafael Gambra, Francisco Puy, Il Carlismo [2018], con introduzioni di Miguel Ayuso e Paolo
Caucci von Saucken, l’ideario più completo del pensiero politico cattolico
tradizionalista.
2. L’Antitesi perfetta della Rivoluzione. Gli scritti
della «Civiltà Cattolica» sul Carlismo (1873-1875) [2019],
a cura di Gianandrea de Antonellis, raccolta degli scritti di commento politico
che l’autorevole rivista dei Gesuiti dedicò all’epopea di Carlo VII durante la
Terza guerra carlista.
3. Melchor Ferrer, Breve storia
del Carlismo [2020], eccezionale sintesi dei ben trenta volumi (in trentatré
tomi) che “l’Erodoto carlista” Melchor Ferrer (1888-1965) dedicò alla raccolta
e al commento di praticamente tutti i documenti della storia del movimento
carlista. Da fine giornalista, Melchor Ferrer seppe affiancare al mastodontico
lavoro di ricerca e compilazione questo leggero, ma denso saggio. Uno valido
studioso, che si è firmato Un Requeté, ha
completato l’opera mantenendo lo stile tacitiano dello scritto, portando la
narrazione degli eventi fino ai nostri giorni.
4. Luigi Previti, I diamanti della
Principessa di Beira o Il volontario
di Zumalacárregui [2020], romanzo di uno scrittore gesuita, membro della
redazione della «Civiltà cattolica», che tradusse un feuilleton francese ambientato nella Prima guerra carlista,
inserendovi però una serie di commenti
sulla Terza guerra carlista, allora in corso, e rendendolo così un lavoro
interessante anche dal punto di vista della informazione politica.
Sono attualmente in corso di preparazione:
5. Friedrick Wilhelmsen, Il problema dell’Occidente, con introduzione di Miguel Ayuso;
6. La legittimità di esercizio, a
cura di Gianandrea de Antonellis, che raccoglie scritti di Maria Teresa di
Braganza, Principessa di Beira, Carlo VII, Juan Vázquez de Mella, Fernando
Polo, Melchor Ferrer, Francisco Elías de Tejada e Rafael Gambra;
7. Francisco Elías de Tejada, La crisi della Cristianità e altri scritti
sulla rivoluzione. Protestantesimo. Giacobinismo, Marxismo, con introduzione
di Giovanni Turco;
8. Giovanni Martini, Don Pedro di Elisonda. Episodio della guerra dei Carlisti, un dramma dell’anno 1900 indicativo dell’interesse che il Carlismo suscitava negli ambienti cattolici della Penisola italiana. Il saggio introduttivo e la revisione del testo teatrale sono di Riccardo Pasqualin.
9. Francesco Maurizio Di Giovine, Storia del Carlismo in Italia;
10. Rafael Gambra, La Monarchia sociale e rappresentativa nel pensiero tradizionale.
Infine, altri progetti legati alla visione politica
di Francisco Elías de Tejada riguardano la riscoperta del pensiero politico
tradizionalista ottocentesco. Tre sono i nomi da fare: Monaldo Leopardi, il
Principe di Canosa, Gennaro Marulli.
Di Monaldo Leopardi (1776-1847) la casa
editrice Solfanelli ha pubblicato, a cura di Gianandrea de Antonellis, la
raccolta completa di Tutti i Dialoghi
[2019] e il Catechismo sulle Rivoluzioni
ed Otto giorni per i liberali illusi [2020], quest’ultimo sorta di esercizi
spirituali dedicati alla guarigione, appunto, dei liberali. È in preparazione
la ristampa del raro volume Pensieri del
Tempo (a cura di Riccardo Pasqualin), serie di considerazioni filosofiche
di Monaldo la cui prima apparve sull’ultimo numero de La Voce della Ragione, prima che la rivista fosse costretta alla
chiusura.
La stessa Solfanelli ha in cantiere l’ambizioso
progetto della opera omnia di
Antonio Capece Minutolo, Principe di Canosa (1768-1838), a cura di
Gianandrea de Antonellis. Sono in fase di revisione due volumi di saggi
maggiori, uno di articoli giornalistici e due di saggi minori e opere
letterarie. La speranza è di riuscire a pubblicare il primo volume entro il
2020, nel bicentenario dell’uscita dello scritto più noto del Principe di
Canosa, i celeberrimi Piffari di
montagna.
Infine, un autore meno noto, ma interessante, è il
generale Gennaro Marulli (1808-1880), di cui la casa editrice D’Amico
ha riproposto Avvenimenti del 15
maggio 1848 [2018] e Gli
errori dell’Illuminismo [2020]
efficace sintesi apparsa nel 1852 di un’opera anonima più complessa pubblicata
all’indomani della Rivoluzione francese e riproposta (probabilmente su
suggerimento del Canosa) nel 1821, grazie ai torchi della Stamperia del
Ministero della Guerra.
Marulli, come già Monaldo Leopardi e il Principe di
Canosa, aveva compreso come le principali armi della battaglia ideologica fossero
di tipo culturale. Chi segue la sua strada – quella della formazione culturale e
dello studio storico – viene talvolta considerato come un superfluo “amante
della polvere”…
È stato detto da chi mi ha preceduto che è tempo di
agire, e che gli Hobbit della Contea decisero di muoversi ed andare incontro al
Nemico, anziché aspettarlo passivamente. Questo è vero in parte: furono infatti
solo quattro gli Hobbit che – a differenza del resto della popolazione – si
mossero dalle proprie case. Ma quei quattro si misero in marcia perché sollecitati
da Gandalf. Abbiamo dunque bisogno di un Gandalf che sia in grado di spronarci,
di scuoterci dal nostro torpore; il nostro Gandalf, però, non è un saggio vecchio
mago né un acceso capopopolo: il nostro sprone è dato dalla cultura, dalla
conoscenza. E quindi dai libri.
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