I progressisti italici non cessano di mostrare ogni giorno la loro incoerenza, inevitabilmente mista all’ipocrisia.
Quando Sarge Latchimy, deputato della Martinica, ha rifiutato di partecipare alle celebrazioni del 5 maggio 2021, bicentenario della scomparsa di Napoleone, ricordando come il corso ristabilì la schiavitù e ordinò crudeli spedizioni in Guadalupa e Santo Domingo, il progressismo italiano ha accolto tali proteste come un legittimo passo avanti in un processo di «decolonizzazione». Del resto Latchimy è di area progressista. Ben diversa è stata la reazione dei progressisti quando, pochi giorni fa, si è diffusa la notizia che Fabio Rampelli (Fardelli d’Italia), Vicepresidente della Camera, ha deciso di “sfrattare” il ritratto di Napoleone da Montecitorio chiedendo di ricollocarlo in un luogo più adeguato e ribadendo che il generale trafugò una grande quantità di opere d’arte dalla Penisola, molte delle quali sono rimaste in Francia.