di Riccardo Pasqualin
In questi giorni ho ripreso a lavorare alle bozze di un nuovo studio sullo scrittore tradizionalista bresciano Vittorio Barzoni (1767-1843), legittimista veneto e acerrimo nemico di Napoleone. La sua vita di esili e battaglie è degna di un romanzo.
Questo polemista lombardo fu autore di due scritti dedicati all’ammiraglio veneziano Angelo Emo (1731-1792): l’elogio funebre Tributo di un solitario alla tomba di Angelo Emo, pubblicato nel 1792, e la Lettera sopra il monumento di Angelo Emo scolpito da Canova, di tre anni successiva.
Il tributo è la prima opera di Barzoni e fornisce un quadro delle imprese del condottiero. La carriera dell’Emo iniziò con una missione in Portogallo, nel 1758, quando aveva il grado di “sopracomito”. Durante quella spedizione affrontò un fortunale portando in salvo la sua nave e l’equipaggio, dando prova di possedere una preparazione non comune. Nel 1760 fu premiato con la carica di Provveditore alla Sanità e nel 1761 divenne Savio esecutore alle Acque. Quattro anni più tardi, da vice ammiraglio, guidò la guerra navale contro i pirati del Nordafrica e costrinse il bey di Algeri a siglare un accordo di pace.