Omaggio a Danilo Castellano Maestro della Tradizione
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Il professor Miguel Ayuso ha organizzato una duplice sorpresa: ha coordinato l’omaggio di un volume di studi in suo onore e, una volta stampato, all’insaputa di Castellano, si è presentato a Udine per festeggiarlo nel giorno del suo compleanno, assieme agli amici.
Tutto grazie alla impeccabile organizzazione di Rudi Di Marco, ultimo (e unico) Allievo del Professor Castellano, coadiuvato dalla sua graziosa consorte.
L’avvocato Di Marco, non senza difficoltà, e superando le iniziali resistenze del professore, aveva concordato un veloce appuntamento serale con Castellano per fargli gli auguri di persona.
E, previa telefonata di intesa, arrivata solo nel tardo pomeriggio, il professor Castellano era rimasto in attesa dell’arrivo dei coniugi Di Marco.
Concordato tutto ciò, i signori Di Marco, seguiti dal professor Ayuso, dal dott. Maurizio Di Giovine e dal reverendo don Samuele Cecotti si sono presentati alla porta del professore.
Lo stupore di Castellano è impossibile da descriversi nella sua giusta luce.
Osservando la comitiva, il professore ha chiesto ad Ayuso e a Di Giovine come mai fossero a Udine. Solo lentamente, e non senza una certa commozione, ha realizzato la verità sulla missione della piccola comitiva, il cui unico scopo era quello di fargli gli auguri di compleanno e consegnargli una copia del libro in suo onore.
Superate le legittime resistenze del professore, ci si è potuti recare nel ristorante dove l’avvocato Di Marco aveva già prenotata, da diversi giorni, una sala riservata, poi confermata la sera stessa dalla bravissima signora Di Marco, la quale ha provveduto anche a confezionare e portare al ristorante una particolare torta per gli auguri. Purtroppo la comune soddisfazione è stata velata da una nota di malinconia perché la signora Castellano non ha potuto essere al fianco del professore nel corso della cena, per un’improrogabile impegno già preso.
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E ora entriamo nel vivo dell’omaggio.
Già al suo settantesimo anno, che coincise la sua uscita dai ruoli dell’Università di Udine, gli amici del mondo ispanico offrirono al professor Castellano un primo segno di affetto pubblicando, prima sulla rivista «Verbo» e successivamente in volume (Madrid, Itinerarios, 2015) il contributo intellettuale di dieci collaboratori, studiosi del diritto.
Dieci anni più tardi, la casa editrice Marcial Pons pubblica un nuovo volume, curato dall’insostituibile professor Miguel Ayuso, in onore di Danilo Castellano per i suoi 80 anni. Il volume raccoglie tredici saggi, di altrettanti collaboratori, ai quali si aggiunge la bibliografia completa degli scritti del festeggiato curata da Ayuso e Di Marco (Racionalidad, orden y verdad del derecho y la politica. Estudios en honor de Danilo Castellano, Marcial Pons, Madrid, 2025, pagg. 308).
Hanno collaborato alla realizzazione del volume con specifici contributi i cileni Julio Alvear e José Luis Widow, l’argentino Juan Fernando Segovia, il brasiliano Ricardo Dip e Miguel Ayuso. Questi studiosi del diritto avevano già apportato i loro contributi nel precedente volume in onore del professor Castellano.
Ora si sono aggiunti nuovi autori: quattro di questi sono studiosi più giovani. E sono: l’argentino Luis De Ruschi, l’equadoregno Pedro José Izquierdo, così come gli spagnoli José Joaquin Jerez e Javier F. Sandoval.
Si sono aggiunti inoltre il francese Bernard Dumont, il friulano don Samuele Cecotti e Maurizio Di Giovine, vecchio militante legittimista, che ebbe modo di frequentare l’avvocato Carlo Francesco D’Agostino, le cui tesi furono successivamente sviluppate dal professor Castellano.
Apre il volume il lungo saggio di Rudi Di Marco, l’ultimo, in ordine temporale, dei discepoli del Professore, che presenta il nucleo centrale del pensiero giuridico del Maestro.
«Perché – si chiede il professor Miguel Ayuso nella presentazione del volume – si è insistito con un omaggio ispanico?» Avendone già pubblicato uno in precedenza, poteva apparire come un capriccio o un eccesso di zelo questo secondo omaggio. No. sostiene Ayuso, perché «il professor Danilo Castellano, dal principio degli anni Novanta, e per trenta anni, i più fruttiferi delle sue speculazioni intellettuali ed apostoliche, è stato tradotto in casigliano, ha viaggiato con frequenza attraverso il mondo ispanico ed ha ricevuto da questo mondo degli onori accademici che hanno onorato la sua integrità».
Il tradizionalismo politico del XXI secolo riconosce in Danilo Castellano il leader indiscusso, per chiarezza dottrinale, che indica la strada intellettuale da seguire per confutare le teorie moderne della politica, ridotta a mero potere in perfetta coerenza con la Weltanschauung politica protestante.
Castellano ci ha messi in guardia dai pericoli dell’americanismo e dell’anticomunismo strumentale introdotto da De Gasperi. Sì, di quel De Gasperi che vide nella Rivoluzione Francese «un fenomeno divino in senso positivo» come aveva già notato l’avvocato Carlo Francesco D’Agostino, di fausta memoria.
A conclusione di queste felici note in occasione degli ottanta anni di un autentico Maestro del pensiero politico al quale ci ispiriamo, ci piace trascrivere alcune sue riflessioni a proposito del Liberalismo. Il quale «in tutte le sue declinazioni comporterebbe la soggettivazione» della politica, sia che esso apra la via alla democrazia (moderna) sia che esso – la tesi può sembrare sorprendente – irrobustisca unicamente il ruolo e il potere dello Stato… Il convincimento, secondo il quale Locke sarebbe l’autore al quale ricorrere per la difesa dei diritti dell’uomo e per evitare il totalitarismo (e, quindi, difendere la libertà che spetta al soggetto per sua natura), si rivela in ultima analisi erroneo. Il liberalismo, infatti, – è vero – assegna (almeno apparentemente) sotto certi aspetti un primato al diritto delle persone sulle positive decisioni giuridiche dello Stato, il suo modo di concepire la persona è, però, inaccettabile, poiché esso la riduce, in ultima istanza, alla sola sua volontà non illuminata e non guidata dalla ragione (“libertà negativa”). Il liberalismo, quindi, rende l’uomo schiavo dei suoi desideri, di qualunque suo desiderio».
Circolo Tradizionalista Generale Borges
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