Il rapporto dei Fortuny col Carlismo
Federico de Madrazo, Cecilia de Madrazo y Garreta (1869, MNAC, Barcelona)
Lo scenografo Mariano Fortuny y Madrazo (1871-1949) non sviluppò per caso la sua passione per i tessuti, gli fu trasmessa infatti da sua madre, Cecilia de Madrazo y Garreta (1846-1932), che fu una grande collezionista. Come abbiamo scritto in precedenza, l’epistolario di questa signora costituisce una miniera di informazioni per gli storici, che dalle sue lettere possono trarre importanti notizie non solo sulla sua famiglia, ma anche sulla politica spagnola e la vita quotidiana dei suoi anni. Ci sorge spontaneo, quindi, domandarci se tra le missive vi sia pure qualche elemento interessante riguardo il Carlismo, anche considerando che ella visse a Venezia dal 1889 alla sua morte, sopraggiunta nell’agosto del 1932, ricordando che Carlo VII dal 1882 aveva cominciato a risiedere con stabilità presso il Loredan (1), in cui comunque era già vissuto a periodi negli anni.
Occorre però fare una retrospettiva su Cecilia e la sua famiglia, per metterne in luce i trascorsi e le opinioni politiche. Ella era figlia di Federico de Madrazo y Kuntz (1815-1894), pittore di corte dell’usurpatrice Isabella “II” e direttore del Museo del Prado. Egli consentì alla figlia di ricevere un’istruzione internazionale e di formarsi studiando nella cospicua biblioteca di famiglia, nonché visitando liberamente le sale del Prado. Nel 1867 ella sposò Marià Fortuny i Marsal (1838-1874), ma le sorti della famiglia furono subito segnate dagli eventi politici che sconvolsero la Penisola Iberica e il Continente. Nel settembre del 1868 in Spagna scoppiò la rivoluzione, Isabella si rifugiò in Francia e rinunciò alla corona, e il cambiamento di regime costò a Federico de Madrazo il suo posto di direttore al Prado. Il Carlismo uscì dalla clandestinità, Juan III abdicò e Don Carlos fu proclamato Re dai tradizionalisti.
Fortuny padre e Cecilia vissero per un periodo a Parigi, ma con lo scoppio della guerra franco-prussiana (19 luglio 1870-10 maggio 1871) e dell’epidemia di vaiolo si trasferirono a Granada.
Marià Fortuny i Marsal e famiglia si trovavano a Granada quando il 16 novembre 1870 le Cortes designarono come monarca Amedeo di Savoia (1845-1890), e accolsero positivamente il cambiamento, come testimonia una lettera di Fortuny padre all’amico Martín Rico (1833-1908) (2).
Alla fine del 1872, con lo scoppio della terza guerra carlista, Marià Fortuny i Marsal si spostò con la famiglia a Roma, acquistando, nel 1873, Villa Martinori, dove trovò conforto dalla nostalgia della Spagna, nella speranza di tornarvi, anche se non in breve tempo. Il destino volle diversamente, e il 21 novembre 1874 egli spirò nella Città Eterna.
Nelle sue lettere a Rico, egli si rimproverava in parte la distanza dalla Patria in un momento così difficile; ma anche la moglie Cecilia riceveva notizie sulla situazione spagnola dal padre Federico. Vale la pena di citare alcuni stralci di un suo messaggio:
Madrid, sabato 25 ottobre 1873
Mia cara Cecilia,
è da molto tempo che desidero scriverti con calma, ma ti assicuro che mi è stato del tutto impossibile. Ora, in questo momento, lo faccio senza avere molto tempo a disposizione, ma non voglio più rimandare a un altro giorno. […]
Oltre alle solite occupazioni, abbiamo avuto da fare con il pavimento, i tappeti, la sistemazione delle stufe e dei camini, ecc. ecc. Oggi, finalmente, tutto è quasi terminato e sono abbastanza soddisfatto. Poco fa mi sono soffermato ad ammirare il grande tappeto di Granada che mi ha regalato Mariano: è davvero magnifico. Nel mio studio grande si adatta perfettamente, ma mi dispiace calpestarlo e farlo calpestare, perché essendo già piuttosto usurato, non vorrei che i disegni, di un’eleganza estrema, si rovinassero ulteriormente. Mariano crede che sia turco? Non so perché, ma a me sembra persiano. Sarò felice di conoscere la sua opinione.
Ho ricevuto con grande piacere la tua lettera del 14, spedita da Venezia, e immagino che ora tu sia già tornata a Roma con Mariano, soddisfatta del vostro viaggio. […]
La situazione in Spagna non migliora affatto, e credo che ora stiamo peggio di un mese e mezzo fa. I carlisti, invece di diminuire, aumentano, e i cantonali continuano a fare i loro comodi. Inoltre, il governo non ha denaro, che è la cosa peggiore. Non so davvero come andrà a finire tutto questo. […] (3)
Purtroppo la guerra non andò secondo i piani di Don Carlos, e nel 1881 – sotto Alfonso (cosiddetto) “XII” – Federico de Madrazo riebbe il suo posto di direttore del Prado.
Nel 1874, con la morte del marito Marià Fortuny i Marsal, Cecilia e i figli si spostarono a Parigi e dal 1889 risiedettero a Venezia, presso Palazzo Martinengo, qui ritrovarono anche il loro amico Martín Rico ed altri pittori spagnoli. Cecilia fu fervente ammiratrice di Wagner e sostenne la carriera di suo figlio Mariano Fortuny y Madrazo, di cui abbiamo già trattato.
Ci sembra quindi di poter affermare che a Venezia ai tempi di Don Carlos – diciamo tra il 1882 e il 1909 – vi fossero, all’interno dell’importante comunità di artisti ispanici presente in città, sia liberali anticarlisti che pittori che accettarono delle commissioni da parte della famiglia reale in esilio, anche se non sempre si trattava di tradizionalisti. In merito a questi ultimi, chi scrive si augura di poter esporre i risultati di nuove ricerche in un prossimo futuro.
Notizie preziose sul Carlismo veneziano, ovviamente, se ne possono trarre anche dai suoi avversari, ragion per cui anche le lettere di Cecilia (ed eventuali altri documenti della famiglia) potrebbero rivelarsi utili.
Riccardo Pasqualin
(1) Riccardo Pasqualin, I Re carlisti a Venezia. Altre curiosità sul Carlismo veneziano e gli esordi della navigazione a motore a Venezia, in «Storia Veneta», n. 62, anno XIII, giugno 2021, p. 33.
(2) Id., Un vedutista spagnolo a Venezia: Martin Rico y Ortega, in Strenna 2024. Associazione Culturale Amici del Museo Storico della Terza Armata, Padova 2024, pp. 81-85.
(3) Ana María Pérez Martín, Cecilia de Madrazo y Garreta Pianista y coleccionista textil (Madrid, 20 de Diciembre de 1846- Venecia, Agosto de 1932), in XIV Congreso virtual sobre Historia de las Mujeres (15 al 31 de octubre de 2022). Comunicaciones, p. 298.
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