venerdì 25 ottobre 2024

Curiosità ispano-veneziane I

A Lepanto in “alpargatas”?


[Immagine generata con l’intelligenza artificiale]

Riguardo la battaglia di Lepanto, a Venezia c’è un singolare aneddoto: Sebastiano Venier non combatté con ai piedi i calzari dell’armatura, bensì con un paio di “pantofole”; fatto che non gli impedì – a settantacinque anni – di abbattere a balestrate diversi turchi. 

Viene subito da chiedersi il perché di tale scelta nell’abbigliamento, secondo alcuni la decisione fu dovuta al fatto che il capitano cristiano soffriva di gotta, ma non è questa la prima domanda da porsi: innanzitutto bisogna capire di che tipo di scarpa effettivamente si trattava.

In un suo recente articolo su Il Gazzettino (Quando i comandanti andavano all’assalto in pantofole, 18/10/24), lo scrittore Pieralvise Zorzi prova a indagare questa particolare vicenda: «Combattere in pantofole nella “Gran Bataja” non fu però una prerogativa esclusiva di Sebastiano Venier. Pantero Pantera [1568-1625], nel suo “L’armata navale” [1614], parlando del Provveditore in Golfo Antonio Canal [1521-1577], riporta come prima di balzare sul ponte della galera di Mehmet “Scirocco” e aprirsi il vuoto attorno con lo spadone a due mani di cui era virtuoso, egli avesse indossato delle scarpe con la suola di corda per non scivolare sul ponte della nave, bagnato di acqua di mare e di sangue».

In simili condizioni, camminare in equilibro sul legno era fondamentale e le scarpe con suola di corda rappresentarono evidentemente una soluzione ottima. Non abbiamo descrizioni eccessivamente precise, e probabilmente dovremmo confrontare diverse immagini dell’epoca, ma pensando a suole simili che cosa ci può venire in mente?

«Cálzame las alpargatas,
Dame la boina, carga el fusil!»

Ma certo!

Zorzi ha avanzato la sua ipotesi: quelle dovevano essere espadrillas, o – come preferiamo dire noi – alpargatas! E in effetti simili “pantofole” «sono antichissime: il primo esemplare in assoluto, ritrovato nella Grotta dei Pipistrelli a Zuheros, in Spagna, è stato datato al 2000 a.C. ed è visibile nel Museo Archeologico di Granada».

Ma come giunsero le alpargatas a Venezia? Nulla di impossibile, dati i contatti commerciali intensi tra la città lagunare e i territori ispanici. Inoltre, a Lepanto 4000 soldati della monarchia spagnola erano imbarcati su navi veneziane e genovesi.

Insomma, pare che Sebastiano Venier combattesse i maomettani con ai piedi un paio di calzature parenti di quelle che sono solitamente associate ai carlisti, che con questa consapevolezza possono sentirsi ancor più crociati!

Riccardo Pasqualin


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