venerdì 1 aprile 2022

Il Portastendardo di Civitella del Tronto n. 10

 

Elogio degli invisibili

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Avanza una nuova categoria di reietti. È quella dei così detti “invisibili”. Chi sono costoro? Sono i non vaccinati. Vittime di discriminazioni ed umiliazioni quotidiane da parte dello Stato, nella indifferenza della classe politica e dei media.  Costoro sono stati emarginati, demonizzati ed allontanati dal lavoro, senza stipendio. Ed ancora, messi nella impossibilità di spostarsi in autobus, treno e aereo. A costoro non è stato permesso, sino al 31 marzo, di entrare in un bar per una qualsiasi consumazione o per chiedere la cortesia di poter accedere ai servizi. E, come se non bastasse, è stato coniato un epiteto per classificarli: no-vax. Epiteto trasformatosi in sinonimo di negatività che li ha cancellati dalla vita sociale attraverso un decreto. 

Abbiamo voluto attirare l’attenzione di chi ci legge al solo fine di difendere questa nuova categoria di persone senza diritti. Perché in un Paese che si ritiene civile non si devono tollerare tante vessazioni come la citata perdita del lavoro, o il diritto di poter andare a far visita ai propri cari nelle case di riposo. E tutto ciò, perché? Perché una fetta minoritaria di italiani si è dichiarata contraria all’inoculazione del siero sperimentale, impropriamente denominato vaccino. 

Decenni or sono restavamo scandalizzati nel leggere storie di segregazione che provenivano dal Sud Africa. E non serve andare tanto indietro nel tempo per poter leggere che una corte distrettuale degli Stati Uniti d’America aveva emanata la sentenza che stabiliva la incostituzionalità della segregazione razziale sugli autobus di linea urbana. Era il 4 giugno 1956. 

È presente nella nostra mente l’immagine dei tanti cartelli affissi fuori dai negozi di abbigliamento che vietavano l’accesso ai no-vax. Questi divieti costituiscono una palese privazione dei diritti civili. E sono stati messi in pratica nel silenzio generale se non con la complicità della stampa che ha salutato con entusiasmo i provvedimenti restrittivi delle libertà, in nome di un diritto generale superiore alla salute. La inevitabile protesta dei no-vax è stata silenziata dal clima di odio che si è visto montare in tutto il Paese. 

Ora, siamo stati informati che con il primo giorno di aprile del corrente anno le restrizioni sono terminate. Ma ne siamo proprio sicuri? Non è forse il classico “pesce d’aprile” tanto popolare nelle nostre regioni? 

Rileviamo, intanto, che le concessioni fatte ai No-vax sono pochissime ed i divieti sostanziali resteranno in vigore fino al primo di maggio, comunque subordinati all’eventuale aumento dei contagi, sulla cui metodologia di monitoraggio avanziamo forti riserve. Infatti per i no-vax restano interdetti bar e ristoranti al chiuso, concerti, cinema e teatri. Mentre per accedere ai luoghi di lavoro sarà necessario un tampone ogni 48 ore, a prezzi certamente non calmierati, come per prendere un treno o un aereo. 

Lo strumento nemico dei no-vax è il green pass il quale, benché ritenuto necessario per una misura sanitaria, non lo è affatto. Esso si basa su una motivazione politica. 

Detto ciò, ci corre l’obbligo di denunciare ciò che è avvenuto nella società civile di questo Paese. Nelle famiglie si sono aperte delle ferite difficilmente rimarginabili. Per non ricordare tutti coloro che stanno meditando di abbandonare la Patria per trovare pace in lidi esteri. 

Per comprendere quanto è avvenuto è necessario fare un passo indietro e valutare l’intera vicenda che ha portato all’imposizione (non legalizzata) del “vaccino”. L’arrivo della pandemia nel nostro Paese ha generato la nascita di politiche sanitarie a senso unico che si sono basate sulle chiusure e sulle vaccinazioni di massa. Il tutto in nome dell’emergenza sanitaria la quale ha soffocato le residue forme di sovranità. Tutta la stampa, nl timore di perdere sovvenzioni pubblicitarie, ha fatto da megafono ai tutori dell’emergenza ed ha prodotto la paura, vale a dire quel meccanismo di terrore che in nome del benessere sanitario, ha portato alla violazione di molti articoli costituzionali. E la sovranità, ormai ridotta ai minimi termini, ne è uscita ulteriormente indebolita. 

Come si è potuto subordinare l’articolo della Costituzione in base al quale tutti i cittadini sono liberi di muoversi sul territorio nazionale, all’obbligo di munirsi di green pass? Sorge spontanea una riflessione: il passaporto vaccinale, detto green pass, ha fermato i contagi? Non ci risulta. Tant’è che è ancora in vigore. Ne deriva che i diritti dei cittadini sono stati compressi in nome dell’emergenza sanitaria. 

La reale portata discriminatoria degli strumenti utilizzati verso chi ha scelto di non vaccinarsi è sfuggita a molti. Gli strumenti che oggi hanno colpito i no-vax, privandoli del lavoro e dello stipendio per vivere, sanzione cinica quanto crudele, forse, domani, potranno essere adottati nei confronti di coloro che non vorranno sottostare ad ordini governativi. Il rischio di perdere i diritti civili è in agguato. Forse è sfuggito il meccanismo, che ha poi spaccato il Paese, entrato o fatto entrare nella testa dei più, relativo ai supposti privilegi derivanti dallo status di vaccinato o di titolare di green pass a discapito di chi ha scelto di non vaccinarsi. Costoro sottovalutano il pericolo insito nel meccanismo perché un domani potrebbero essere proprio loro ad assaporare l’amaro fiele della discriminazione. 

Il professor Nicola Marini che insegna Diritto Internazionale alla Sapienza di Roma, già vice presidente del Comitato Nazionale per la Bioetica, ha affermato: “Ritengo che alla natura e alla violenza sanitaria del green pass abbia creduto solo chi professa una fede cieca nella scienza e nella medicina, oltreché nel governo in carica”. 

Siamo in presenza di una deriva che vuol soffocare sul nascere il dissenso dal sistema. Gli “invisibili” rappresentano il seme di risveglio della consapevolezza individuale e comunitaria per rifondare la società su basi spirituali e culturali autenticamente cristiane ed antiscientifiche. 

Il Presidente degli Incontri Tradizionalisti di Civitella del Tronto
Dott. Francesco Maurizio Di Giovine
Commendatore dell’Ordine della Legittimità Proscritta


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