lunedì 22 dicembre 2025

Situazione attuale dei monarchici in Russia

Cercare di restituire con un breve articolo una visione complessiva della situazione dei monarchici nel quadro politico della Russia dei nostri giorni non è semplice. Con le notizie raccolte tramite scambi epistolari, ho cercato di formulare un quadro generale che possa essere utile per farsi un’idea. Spero che le impressioni che esporrò non siano sgradite a coloro che mi hanno fornito le informazioni, i quali si sono sempre rivelati disponibili e ben disposti al confronto. 

Si può iniziare chiarendo che oggi i monarchici russi fedeli a Sua Altezza il Principe del Sangue Imperiale Nikolaij Kirillovič, Principe di Leiningen, non amano commentare “l’agenda politica europea”, poiché – a loro giudizio – nell’Unione Europea al potere ci sono solo liberali (conservatori o progressisti) e persino alcuni “comunisti stalinisti”. 

Per quanto riguarda la visione del mondo, nella biblioteca politica dei monarchici russi ci sono già analisi e opere dottrinali esaustive che affrontano questioni contemporanee, frutto del lavoro degli ultimi trent’anni. Ciò significa che i monarchici russi hanno portato avanti i loro studi autonomamente, ed essi stessi ammettono di non essere pienamente informati sul tradizionalismo fuori dai confini attuali del loro paese. Tuttavia sono interessati alla presenza di tradizionalisti nel continente europeo, e nel mondo, intenzionati a porre fine all’egemonia ideologica progressista nel cosiddetto “Occidente”: anche i monarchici russi auspicano il rafforzamento di un’internazionale legittimista.

Riguardo la definizione di “conservatore”, inteso come colui che “conserva tutto”, quindi anche (e soprattutto) la rivoluzione, permettendo ad essa di avanzare progressivamente, i monarchici russi concordano con i Carlisti. E soffermandosi sulla questione delle categorie politiche, sottolineano che attualmente in Russia vengono utilizzati diversi termini: tradizionalismo, Russia storica e conservatorismo. Nel Paese i media liberali spesso classificano i monarchici tra le forze di destra e i nazionalisti (su quest’ultimo punto, ossia la questione del nazionalismo russo, ci auguriamo di fare chiarezza in futuro e di affrontare il tema in maniera diretta e puntuale). 

Dal punto di vista terminologico, i difensori della monarchia considerano “tradizionalismo” la definizione più corretta; in Russia nel recente passato essi avevano anche discusso della pubblicazione di un giornale cartaceo intitolato Il Tradizionalista, ma a causa della diffusione di Internet essi hanno rinunciato a questa idea, preferendo investire sui nuovi strumenti tecnologici (dobbiamo osservare che, effettivamente, sembra che il tempo delle grandi pubblicazioni periodiche in formato fisico stia volgendo al termine).

Oggi – a giudizio dei monarchici – in Russia non esistono partiti conservatori, o meglio, il termine conservatorismo viene spesso utilizzato come una definizione generica per indicare occasionalmente una determinata posizione politica. Tra i politici europei, figure come ad esempio Jean-Marie Le Pen (1928-2025) erano considerate dai monarchici russi come “nazional-conservatori”, anche quando la stampa occidentale cercava di demonizzare Le Pen presentandolo come un “esponente dell’ultradestra”. Ciò che oggi esiste nella politica russa sono invece partiti “sincretisti”, che mescolano pose conservatrici e ideali rivoluzionari.

In Russia coloro che sostengono uno Stato tradizionale guidato dall’Imperatore, sulla base delle leggi dell’Impero Russo, vengono solitamente chiamati legittimisti. I legittimisti sostengono la Casa dei Romanov e le tradizioni da essa create nel corso di 300 anni di governo. Ciò premesso, ai monarchici russi non interessa coltivare rapporti con i liberali conservatori, bensì proprio con i tradizionalisti (secondo la definizione carlista del termine).

Nella porzione di Internet in lingua russa esistono vari siti monarchici, ma molti di essi sono tradizionalisti solo all’apparenza. Capire la situazione dall’esterno, senza uno studio approfondito e prolungato dell’argomento, è estremamente difficile.

Per quanto riguarda i comunisti europei (s’intendono i veri vetero-comunisti) e le loro possibilità effettive (nei fatti solitamente poche manciate di voti), esiste forse in Russia una percezione esagerata della forza di questi gruppuscoli in ragione dei buoni rapporti che questi “vecchi comunisti occidentali” intrattengono con i comunisti russi, che nel territorio della Federazione cercano ancora con impegno di far crescere una nuova generazione di stalinisti. Va segnalato che anche in Russia si rafforza l’idea che l’ideologia liberale sia fallita, tuttavia per contenere le spinte che potrebbero avvicinare i giovani alla monarchia legittima, si sta procedendo a una machiavellica riabilitazione delle idee comuniste. Così – con questi mezzi subdoli – i poteri forti sperano di evitare una restaurazione.

Riccardo Pasqualin



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