martedì 3 dicembre 2024

Curiosità ispano-veneziane II

 La collaborazione tra D’Annunzio e Fortuny

Lo studioso Giovanni Isgrò ha definito la mancata collaborazione artistica tra Gabriele D’Annunzio e Mariano Fortuny (1871-1949) come un fatto negativo che «costituisce un grande vuoto nel panorama europeo» dell’evoluzione drammaturgica tra Ottocento e Novecento (1).
Il rapporto tra il Vate e il noto scenografo spagnolo trapiantato a Venezia, residente in Palazzo Pesaro degli Orfei, è stato ricostruito come scostante, probabilmente segnato da sottili gelosie e volontà di protagonismo, che hanno condotto – in pratica – al fallimento di un’alleanza che avrebbe potuto fare la storia del teatro.
L’incontro tra i due avvenne a Venezia alla fine dell’Ottocento, precisamente verso il 1894 (2), prima che, nel 1901, Fortuny si trasferisse a Parigi. Alfredo Sgroi osserva che, a quell’epoca, i due erano «Entrambi discepoli più o meno fedeli di Wagner, desiderosi di superare i confini di un teatro realistico nei toni e nei modi, inchiodato ai limiti di una scenotecnica che non ha ancora pienamente sfruttato tutte le potenzialità delle nuove scoperte scientifiche (la luce elettrica in primis), i due si incontrano con regolarità nella casa del pittore, frequentata anche da [Alfredo] Conti [1860-1930] e da Eleonora Duse» (3).