martedì 3 giugno 2025

Luigi Athos Sottile d’Alfano e il valore della Monarchia

Anche quest’anno è arrivato il 2 giugno, ricorrenza del referendum che nel 1946 segnò la nascita della repubblica in Italia. In questo anniversario ripenso spesso ai racconti scarni (altri furono nella sua esperienza di vita gli eventi che considerava importanti), ma interessanti, di mio nonno materno, nato a Camponogara, paesino della Terraferma veneziana, nel 1924: «Votai per la repubblica, sì. Anche diversi preti indicavano di votare così» («A go votà republica anca mi, sì. Anca i preti i ne disea che ‘ndava ben fare cussita.»). Nel suo comune vinse la repubblica.

Per quanto Camponogara sia compresa nell’attuale provincia di Venezia, fa parte della Diocesi di Padova e non è fuori luogo congetturare che i sacerdoti presenti nella zona, provenendo dal Seminario patavino, avessero ancora presente il ricordo dei professori ottocenteschi minacciati e aggrediti dai sostenitori della monarchia sabauda. Forse nel cuore di alcuni nemmeno il 1929 riuscì a sanare del tutto la vecchia ferita, o forse si trattò di semplice conformismo e del desiderio di “tirare avanti” oltre le turbolenze in attesa di tempi migliori (problema antico del clero italico).

Data l’atmosfera della giornata, ho ritenuto opportuno restare a casa e rileggere un vecchio libro: Valore eterno della Monarchia di Luigi Athos Sottile d’Alfano, pubblicato dalla casa editrice La Mediterranea di Napoli nel 1950.

domenica 11 maggio 2025

Elegia per Juan Fernando Segovia

Maestro, Amico e Soldato di Cristo Re




I. Il maestro

Nell'ora in cui l'anima vola verso il suo eterno destino, il nome di Juan Fernando Segovia non viene pronunciato solo con la tristezza della dipartita, ma con l'onore dovuto al maestro che è stato e all'esempio che lascia.

giovedì 1 maggio 2025

Juan Manuel de Prada

In difesa della “Fiesta nacional

Parleremo stasera della “festa nazionale”, dell’arte del toreare, mentre i suoi nemici, con la scusa dell’animalismo, con cui mascherano il proprio odio antispagnolo, celebrano la sua proibizione in Catalogna. La storia delle belle arti potrebbe sintetizzarsi come la storia di una addomesticazione: ci fu un tempo in cui, all’alba ancestrale della sua pura umanità, la gente era spinta a cantare e ballare al calore del vino e a dipingere le pareti di una caverna o recitare in versi le imprese di un eroe o modellare una statuetta di fango e cuocerla con il fuoco per celebrare la fecondità del raccolto; e quest’arte gioiosa, puramente spontanea, sbocciava dal genio popolare con la stessa naturalezza con cui le parole sbocciano dalle labbra di un bambino, quantunque non ne conosca le regole fonetiche, sintattiche, prosodiche o grammaticali.

Arte spontanea, che scaturiva dal genio popolare, era ad esempio quella dei giullari che giravano di paese in paese recitando cantari e canzoni che in seguito venivano imparati a memoria da coloro che li ascoltavano, perché tali cantari e canzoni erano già ibernate nel loro subcosciente, in attesa di una voce miracolosa che dicesse loro: «Alzati e cammina».

venerdì 18 aprile 2025

Gonfaloni di San Marco

Padova, Manifestazione contro il Riarmo: prevalgono i Gonfaloni di San Marco

Ieri pomeriggio, 11 aprile 2025, nel cuore del centro storico di Padova, si è svolta una manifestazione contro il riarmo europeo e le politiche “occidentali” verso la Federazione Russa. L’iniziativa, promossa da associazioni abbastanza anonime nel panorama dell’attivismo politico locale e legate più che altro al mondo digitale delle reti sociali, ha rapidamente guadagnato attenzione e partecipazione ben oltre le aspettative iniziali.

lunedì 10 marzo 2025

In morte degli Italiani - recensione

«Gli Italiani sono morti!» esclama amaramente un personaggio, a metà del romanzo, composto di racconti intrecciati. E aggiunge: «Non esistono più! Anzi, forse non sono mai esistiti…». Una smentita alla retorica del Risorgimento (importante soprattutto perché messa in bocca al massimo rappresentante del “secondo Risorgimento”), solo in apparente contrasto con l’affermazione di uno dei maggiori letterati risorgimentali, Francesco Domenico Guerrazzi, citato in exergo da de Antonellis come motto programmatico: «Ho scritto questo romanzo [La battaglia di Benevento, 1828] perché non ho potuto dare una battaglia». Impostazioni culturali diverse, anzi opposte, ma identica consapevolezza del ruolo fondamentale che la letteratura riveste nel mondo dell’azione politica.

In più, nel romanzo, le forme artistiche (come il cinema e la letteratura stessa) diventano strumenti per spiegare fatti storici (da grandi movimenti politici a tristi fatti criminosi).

mercoledì 5 marzo 2025

Il Portastendardo di Civitella del Tronto 45 (marzo 2025)

 

1° marzo 2025: Giornata dei Martiri della Tradizione a Valencia

Il Buon Dio ha voluto regalarci una festa più che memorabile per i Martiri della Tradizione lo scorso sabato 1° marzo a Valencia, dove si sono svolti gli eventi centrali di quest'anno. La festa, che già racchiude una contenuta emozione dovuta al grato ricordo di coloro che hanno dato la vita per la Santa Causa, in questa occasione ha avuto un significato particolare, dal momento che alcuni dei nostri correligionari, a cominciare dal Capo regionale e dalla sua famiglia, hanno sofferto e stanno soffrendo sulla propria carne le conseguenze tragiche dell’allagamento che ha pesantemente colpito Valencia lo scorso ottobre, e che ha permesso loro di unire il loro dolore con la sofferenza dei martiri.

lunedì 17 febbraio 2025

Curiosità ispano-veneziane V

Un vedutista spagnolo a Venezia: 


Martín Rico y Ortega


  Rico, Autoritratto, 1908, olio e pastello su cartone, Museo del Prado

  In Spagna Martín Rico y Ortega (1833-1908) è considerato uno dei maggiori paesaggisti della seconda metà del XIX secolo. Godette di grande notorietà a livello nazionale già in vita, guadagnandosi inoltre un discreto seguito di ammiratori stranieri, soprattutto francesi e statunitensi. 
Rico (così firmò sempre i suoi lavori)  nacque a El Escorial – oggi una città della comunità autonoma di Madrid – il 12 novembre 1833, nell’anno in cui scoppiò la prima guerra carlista, conclusasi nel 1840. Durante la sua carriera collaborò anche con suo fratello Bernardo (1825-1894), incisore e illustratore. Si formò presso la Real Academia de Bellas Artes de San Fernando, dove fu allievo del romantico Jenaro Pérez Villaamil (1807-1854), pittore di corte dal 1840 e, dal 1845, primo professore di pittura paesaggistica della scuola.

Sin dai suoi primi lavori, che ritraevano i paesaggi montuosi nei dintorni di Madrid, fino alla “produzione matura” del suo soggiorno parigino e veneziano, il Nostro rimase sempre legato all’approccio en plein air, ma evolvette costantemente il suo stile, giovandosi del confronto costruttivo con diversi compagni di strada.