In più, nel romanzo, le forme artistiche (come il cinema e la letteratura stessa) diventano strumenti per spiegare fatti storici (da grandi movimenti politici a tristi fatti criminosi).
Per liberarsi dal velo dell’inganno propagandistico
In più, nel romanzo, le forme artistiche (come il cinema e la letteratura stessa) diventano strumenti per spiegare fatti storici (da grandi movimenti politici a tristi fatti criminosi).
Il Buon Dio ha voluto regalarci una festa più che memorabile per i Martiri della Tradizione lo scorso sabato 1° marzo a Valencia, dove si sono svolti gli eventi centrali di quest'anno. La festa, che già racchiude una contenuta emozione dovuta al grato ricordo di coloro che hanno dato la vita per la Santa Causa, in questa occasione ha avuto un significato particolare, dal momento che alcuni dei nostri correligionari, a cominciare dal Capo regionale e dalla sua famiglia, hanno sofferto e stanno soffrendo sulla propria carne le conseguenze tragiche dell’allagamento che ha pesantemente colpito Valencia lo scorso ottobre, e che ha permesso loro di unire il loro dolore con la sofferenza dei martiri.
Rico, Autoritratto, 1908, olio e pastello su cartone, Museo del PradoIn Spagna Martín Rico y Ortega (1833-1908) è considerato uno dei maggiori paesaggisti della seconda metà del XIX secolo. Godette di grande notorietà a livello nazionale già in vita, guadagnandosi inoltre un discreto seguito di ammiratori stranieri, soprattutto francesi e statunitensi.Rico (così firmò sempre i suoi lavori) nacque a El Escorial – oggi una città della comunità autonoma di Madrid – il 12 novembre 1833, nell’anno in cui scoppiò la prima guerra carlista, conclusasi nel 1840. Durante la sua carriera collaborò anche con suo fratello Bernardo (1825-1894), incisore e illustratore. Si formò presso la Real Academia de Bellas Artes de San Fernando, dove fu allievo del romantico Jenaro Pérez Villaamil (1807-1854), pittore di corte dal 1840 e, dal 1845, primo professore di pittura paesaggistica della scuola.
Federico de Madrazo, Cecilia de Madrazo y Garreta (1869, MNAC, Barcelona)
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In
un precedente articolo abbiamo ipotizzato che nel carteggio tra D’Annunzio e un
scenografo spagnolo residente a Venezia, Mariano Fortuny, fosse possibile
ricercare qualche notizia od opinione sulla politica iberica e il Carlismo. I
documenti in questione sono conservati nel capoluogo veneto, presso il Fondo
Mariutti Fortuny della Biblioteca Marciana, donato dalla studiosa Angela
Mariutti de Sánchez Rivero (1901-1983) nel 1971.
Oltre
che fondatrice dell’Associazione per le Relazioni Culturali con la Spagna,
Portogallo e America Latina (A.R.C.S.A.L.), Angela Mariutti era un’amica della
stilista Henriette Negrin (1877-1965), moglie di Fortuny, che le aveva donato
questa porzione del suo archivio familiare. Dall’analisi del fondo in questione
è nato il libro D’Annunzio e Fortuny.
Lettere veneziane (1901-1930), pubblicato dall’italianista Maria Rosa
Giacon per la casa editrice Rocco Carabba nel 2017, che ad oggi è la
riflessione più profonda sulle missive tra i due artisti.